Amazzonia - Disboscamento "cala" per il terzo anno consecutivo

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Sabato, 8 Dicembre 2007

Mentre il mondo discute a Bali il futuro del pianeta, il governo brasiliano annuncia trionfalmente un calo significativo del disboscamento in Amazzonia per il terzo anno consecutivo. La superficie di deforestamento del 2006-2007 (l'anno amazzonico va da agosto a agosto) e' la piu' bassa da quando esiste una misurazione scientifica dei dati. La superficie disboscata quest'anno e' di 11 mila chilometri quadrati.

 

''Non e' che stiamo celebrando, 11 mila chilometri sono pur sempre tantissimi, e la nostra meta reale e' deforestamento zero, ma sono comunque numeri molto positivi'', ha commentato Joao Paulo Capobianco, segretario esecutivo del ministero dell'Ambiente di Brasilia. ''Certo si vorrebbe sempre fare di piu', e abbiamo la possibilita' di fare meglio, ma la situazione in Amazzonia ci permette di andare a testa alta di fronte all'Europa e agli Stati Uniti. L'Amazzonia e' nostra, e stiamo dimostrando che sappiamo occuparcene'', ha commentato il presidente Luiz Inacio Lula da Silva.

 

In particolare, dal 2003-2004, quando la superficie devastata era stata di 27 mila chilometri quadrati, gli anni successivi (con il governo Lula e l'ambientalista Marina Silva come ministro dell'Ambiente) hanno fatto registrare cali successivi, con 18 mila, 14 mila e adesso 11 mila chilometri quadrati di foresta persa. In alcuni stati dell'Amazzonia brasiliana, come Mato Grosso, Tocantins e Acre, la deforestazione e' stata dimezzata, mentre nel complesso dell'Amazzonia e' calata del 20%. Secondo Capobianco, il calo e' dovuto ad una sinergia di fattori: ''C'e' stato un intervento decisivo, e molto deciso, del governo in Amazzonia, e allo stesso tempo una congiuntura economica favorevole, che ha rafforzato i risultati delle nostre azioni'', ha detto il dirigente del ministero dell'Ambiente.

 

La ''congiuntura favorevole'' e' il forte calo del prezzo della soia e della carne sul mercato internazionale, che ha scoraggiato i grandi proprietari terrieri e le grandi aziende di agrobusiness dall'estendere ulteriormente le grandi piantagioni e i pascoli a spese della foresta. L'intervento ''deciso'' del governo significa, secondo lo stesso Capobianco: 17 grandi operazioni di polizia di controllo e repressione del disboscamento, un milione di metri cubi di legname pregiato sequestrato perche' ottenuto illegalmente, 650 arresti (tra i quali 121 funzionari dell'Ibama, l'istituto pubblico dell'ambiente), 66 mila titoli di proprieta' cancellati per disboscamento illegale, 194 mila chilometri quadrati di nuove riserve ambientali, dal 2003 ad oggi.

 

Greenpeace pero' contesta l'ottimismo del governo Lula. ''Il governo celebra un momento positivo, ma sa benissimo che se la tendenza nelle commodities come la soia si dovesse invertire, l'Amazzonia sarebbe di nuovo alla merce' dell'agribusiness'', ha dichiarato Sergio Leitao, direttore di politiche pubbliche dell'ufficio brasiliano di Greepeace. (ANSA)

 

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