UE, continua la battaglia contro le polveri inquinanti

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Luned́, 24 Dicembre 2007

Nuovo passo avanti del Parlamento europeo nella sua battaglia contro smog e inquinamento, in particolare sul fronte delle polveri nocive contenute nell'aria. Il voto dei giorni scorsi in plenaria apre infatti la strada a controlli e limiti rigorosi nei livelli delle particelle sottili. La nuova normativa obbliga le autorita' locali e gli Stati membri a nuovi standard per limitare i rischi alla salute causati da queste polveri presenti nell'aria. In particolare, il testo ''licenziato'' dagli eurodeputati prelude ad una nuova direttiva che aggiorna le precedenti obbligando tutti gli Stati membri a monitorare e fissare limiti precisi dei livelli di particelle piu' piccole, fissando limiti entro il 2010 per un massimo di 25 micron per metro cubo, in vista di vincoli precisi entro il 2015. Dal 2020 poi la soglia dovrebbe abbassarsi a 20 micron.

Per quando riguarda le ''famigerate'' PM10, il Parlamento avrebbe voluto fissare anche limiti annuali ma non ha trovato l'accordo con il Consiglio: sarebbe infatti troppo difficile condurre rilevazioni credibili, per le dimensioni e per la loro presenza in tutti gli ambienti naturali. Inoltre gli studi relativi ai loro effetti sulla salute non sono ancora al punto da determinare la base di riferimento per la definizione di una nuova regolamentazione comunitaria. Per loro rimangono quindi inalterati i limiti attualmente in vigore.

Le particelle sottili presenti naturalmente nell'ambiente, siano esse solide o liquide, provengono in origine dal fuoco delle foreste, dall'attivita' vulcanica, dalle polveri spostate dai venti, dai pollini, dalle piante, da parti di insetti e da spruzzi del mare. Ma sono state soprattutto le attivita' industriali, i trasporti, l'incenerimento dai rifiuti a incrementarne le emissioni, che contengono metalli pesanti, carbonio, nitrati e solfati che penetrano nel nostro organismo.

La comunita' scientifica designa queste particelle con le iniziali PM, classificandole secondo la loro grandezza: piu' le particelle sono piccole, maggiore e' il rischio per la salute poiche' possono sostare nei bronchi e nei polmoni o entrare in circolazione nel sangue, causando patologie quali l'asma, le allergie, gli attacchi cardiaci e i decessi prematuri. Secondo il report del gruppo di lavoro dell'Organizzazione mondiale della salute (Oms), il rischio di prolungate esposizioni a un'atmosfera carica di queste particelle sospese, puo' provocare una riduzione significativa dell'aspettativa di vita, malattie cardiovascolari e cancro ai polmoni. (ANSA)

 

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