India - Emissioni, servono più investimenti per i tagli

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Lunedì, 24 Dicembre 2007

Sarebbe necessario un incremento annuo degli investimenti di circa 5 miliardi di dollari in India per il periodo 2012-2017, per sostenere una rapida transizione a una produzione energetica a bassa intensita' di emissioni. Questo il dato emerso da una ricerca del Tata Energy Research Institute svolta per il Rapporto sullo sviluppo umano 2007-2008 ''Resistere al cambiamento climatico'' del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp). Secondo il rapporto Undp, oggi l'India e' il quarto Paese al mondo per emissioni di CO2. Tra il 1990 e il 2004 le emissioni sono aumentate del 97%, anche se l'impiego energetico pro capite parte da un livello di base basso. Un cittadino indiano consuma in media 493 kg di petrolio equivalente di energia, meno della meta' della media cinese. Negli Stati Uniti questa cifra sale a 7.835 kg di petrolio equivalente di energia. Guardando poi alla classifica mondiale, l'India si piazza al 128/o posto per impronta ecologica pro capite. Circa la meta' della popolazione indiana infatti, quasi 500 milioni di persone, non ha accesso all'elettricita'. E sul lungo periodo, per mantenere i livelli attuali di crescita fino al 2030, la generazione di energia dovra' quintuplicare. Gran parte di questo aumento, spiega il Rapporto Undp, sara' alimentato dal carbone, il combustibile preferito visto che l'India possiede circa il 10% delle riserve mondiali. Le stime dicono che le emissioni generate dal carbone saranno quindi piu' che raddoppiate entro il 2030. Per questo e' necessaria una maggiore efficienza energetica: secondo la Commissione per la pianificazione, la stima e' che l'India potrebbe generare la stessa quantita' di energia elettrica con un terzo in meno del combustibile. (ANSA)

 

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