guardie volontarie - dice, in un comunicato, Marco Pippi,
responsabile del settore acque di Legambiente Umbria
- sono state accertate condizioni molto critiche per
molti corsi d'acqua, alcuni dei quali praticamente
in uno stato di secca totale: una perdita ecologica
inestimabile''.
Le maggiori criticita' sono state rilevate sui principali affluenti del fiume Tevere a monte di Perugia, torrenti e fossi sia in sinistra che in destra idrografica in cui non sussistono piu' le condizioni di deflusso minimo vitale e quindi le condizioni essenziali per la vita acquatica. In sostanza, la poca acqua che rimane non solo non e' piu' sufficiente per le esigenze naturali dell'ecosistema acquatico, ma tanto meno per quelle umane come appunto gli attingimenti per l'agricoltura. Legambiente fornisce quindi indicazioni dettagliate sulle condizioni dei singoli fiumi. Per il Nestore, le condizioni generali di portata idrica sono al di sotto della norma, imminenti processi di eutrofizzazione con formazioni di numerose alghe, alto il livello di inquinamento, vita acquatica in serio pericolo.
Chiascio: condizioni generali nei limiti della norma, imminenti processi di eutrofizzazione con formazioni di numerose alghe e specie vegetali idrofite. Tevere: condizioni generali precarie a monte della confluenza con il fiume Chiascio con processi di eutrofizzazione in corso e notevole riduzione di portata idrica, alterazione che progressivamente va ad accentuarsi a valle di Pierantonio sino a raggiungere il massimo livello a valle dell'abitato di Ponte Felcino. Nell'asta fluviale a valle della confluenza con il fiume Chiascio le condizioni sono nei limiti della norma ma con qualita' delle acque scadente. ''Una situazione a dir poco sconvolgente che desta molte preoccupazioni - continua Marco Pippi - ben sapendo che in queste condizioni basta poco, uno scarico abusivo industriale, un depuratore mal funzionante, per causare un grave danno ambientale all'ecosistema acquatico, come gia' avvenuto sul Tevere con la drammatica moria di pesci nel tratto di Collestrada-Ponte San Giovanni su cui ancora non sono state accertate responsabilita' oggettive''.
A causa dei cambiamenti climatici - continua Legambiente - le disponibilita' idriche sul nostro territorio sono sempre piu' limitate e non piu' sufficienti a soddisfare l'incalzante domanda proveniente dalle attivita' umane, in particolare dal settore agricolo che in questo periodo consuma circa il 70-80 per cento delle acque superficiali e in parte quelle sotterranee dei pozzi. E' per questo che ancora una volta Legambiente Umbria si rivolge a Provincia e Regione ''affinche' siano prese misure urgenti di salvaguardia, cominciando senza ulteriore ritardo con la sospensione delle licenze di attingimento per uso irriguo insistenti nei fiumi e torrenti piu' a rischio, e predisponendo un sistema di vigilanza efficace in grado di monitorare rigorosamente il territorio, non solo sul fronte dei prelievi abusivi dell' acqua, ma anche sugli scarichi provenienti dalle attivita' antropiche che rappresentano una seria minaccia viste le condizioni attuali dei corsi d'acqua''. (ANSA)
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