La Russia vuole entrare nella top 3 dei produttori di grano

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Mercoledì, 9 Aprile 2008

Mentre il resto del mondo guarda preoccupato alle rivolte per il pane e la Germania ha deciso di bloccare ai livelli attuali l’utilizzo di biocarburanti per autotrazione, dimezzando gli obiettivi dell’Unione Europea per il 2020, la Russia va per tutt’altra strada e pensa di diventare uno dei leader mondiali nell’esportazione di grano.

Secondo il ministro dell’agricoltura russo, Alexei Gordeev (Nella foto).

 

«La Russia dovrà figurare nella top-3 degli esportatori mondiali di grano entro cinque anni – ha detto in una conferenza stampa - Nel 2007, la Russia ha raccolto circa 82 milioni di tonnellate di grano, e nel 2008 il raccolto dovrebbe avvicinarsi agli 85 milioni di tonnellate».

Secondo il Servizio federale di statistica (Rosstat) «Il tasso di esportazione nel corso dell’anno scorso ha raggiunto circa 17 milioni di tonnellate, è il 49,5% in più che nel 2006». La Russia sfrutta a suo vantaggio il riscaldamento climatico che a nord libera terre e risorse e vede evidentemente nei cereali una nuova ed insperata occasione di entrate colossali, senza contare che “l’arma” del cibo sarà sempre più importante nei prossimi anni, almeno quanto le risorse petrolifere e di gas, cose di cui la Russia è ben fornita o intende diventarlo.

Secondo Gordeev «l´accrescimento della produzione di grano, dovuta alla messa a coltura di campi lavorati non utilizzati, dovrebbe aiutare la Russia a progredire in questo settore. Indirizzeremo il governo per coltivare di qui a 5 anni da 10 a 15 milioni di ettari di campi che potrebbe essere paragonato al dissodamento degli anni 50».

Si richiama quindi, e non troppo velatamente, l’epoca d’oro dell’Unione Sovietica appena uscita dalla Grande guerra patriottica (come i russi chiamano la seconda guerra mondiale), si sorvola sullo stalinismo e si titilla il nuovo nazionalismo, tornano di moda i campi ed i covoni di grano, lo sforzo produttivo per guadagnare un posto al sole tra le grandi potenze del mondo, con al posto dei baffoni di Stalin la testa lucida di Putin, già pronto a prendere le redini del governo appena uscito dalle stanze presidenziali del Cremlino.

Non a caso Gordeev ha sottolineato che «La domanda di prodotti alimentari aumenta di giorno in giorno, la Russia, utilizzando il suo potenziale bioclimatico ed agroalimentare, potrebbe diventare uno dei leader nell’esportazione di materie primarie. Entro il 2012 la produzione di grano poterebbe raggiungere i 100 milioni di tonnellate».

Il liberismo di Stato sembra sempre più rafforzarsi verso oriente, grazie alla strana congiuntura innescata dalla globalizzazione e dal global warming. Potremmo presto trovarci con due grandi mercati: uno, la Cina, con merci finite a buon mercato, l’altro., la Russia, con gli scaffali pieni di petrolio, gas, energia atomica e grano da concedere al miglior offerente. Lo scontro ideologico e la difesa della democrazia non c’entrano più nulla, è il mercato globale ragazzi! E la lotta si annuncia senza esclusione di colpi, anche bassi.
(http://www.greenreport.it)

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