Stop al commercio di palme per almeno due anni

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Mercoledì, 3 Dicembre 2008

 

GROTTAMMARE – Stop al commercio di palme per almeno due anni. La notizia, che piove come un macigno, arriva dall’Assam che corre ai ripari dopo la preoccupante serie di allarmi relativi al punteruolo rosso. E i vivai stanno a guardare consapevoli del fatto che, forse, il provvedimento era l’unico possibile considerato l’alto livello di rischio epidemico favorito dall’innalzamento delle temperature.

Il punteruolo, in pratica, in Riviera è comodo come a casa e potrebbe far sparire tutte le essenze che hanno reso famoso il litorale grottammarese e quello della vicina San Benedetto. Il tutto tra difficoltà legate al fattore economico, una parte fondamentale soprattutto alla luce dell’efficacia delle sperimentazioni portate avanti nel comune di Grottammare che eviterebbero l’abbattimento delle palme infette.

Ma tutto ha un costo: “Siamo in difficoltà – ammette l’assessore all’ambiente Giuseppe Marconi – continuiamo a trovare palme infette e quelle essenze che prima andavano abbattute ora possono essere curate. Ma i costi da fronteggiare non sono proprio lievi tanto che, probabilmente, sarà necessario istituire un capitolo di spesa appositamente per la causa”. Ma i soldi, secondo Roberto Marconi, vivaista e consigliere comunale, si devono trovare: “Questo è uno stato di calamità, e non soltanto per l’azienda vivaistica – tuona –. In questi casi il Comune ha l’obbligo di impegnarsi per reperire questi fondi, tramite gli enti ed anche spostando risorse magari destinate a cose meno importanti. Altrimenti si finirebbe per commettere il grave errore di sottovalutare il problema”. E i vivaisti sono divisi. Di certo lo stop al commercio delle palme è un duro colpo per loro: “Non si tratta di un sopruso – prosegue Marconi – qui siamo nel cuore della crisi, e permettere che le palme possano uscire dal territorio significherebbe aumentare in maniera esponenziale il pericolo di contaminare altri territori”. Alcuni degli addetti ai lavori parlano di un’esagerazione e di un provvedimento che rischia di minare l’economia. Qualcun altro accetta e spera che le cose possano migliorare. “Chiaramente – afferma Lucio Piunti – il momento non è di certo proficuo e questa decisione non aiuta il commercio vivaistico. Ma non credo che il blocco della vendita delle palme possa essere considerato un errore. Purtroppo la situazione climatica ed il fatto che il coleottero, in questo territorio, non abbia antagonisti, rende l’allarme davvero molto grave ed è necessario prendere provvedimenti. Anche di questo tipo, altrimenti si rischia davvero grosso. Il Comune, probabilmente, avrebbe potuto dare in tempo delle risposte adeguate collaborando fin da subito, al 100 per cento, con Assam e ricercatori”.

Nel frattempo , i giardinieri in forza ai tre comuni della Riviera delle Palme si sono riuniti a Grottammare dando avvio a un’esperienza di addestramento e approfondimento su alcune modalità dei trattamenti utilizzati nella sperimentazione. L’obiettivo è quello di migliorare, anche con la formazione approfondita del personale addetto, i risultati ottenibili con le misure fitosanitarie al fine di adottare e validare tecniche diverse dall’abbattimento degli esemplari infestati dal coleottero. (corrieradriatico.it)

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