Le strade del turismo sono infinite e qualche volta "eco"

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Lunedì, 15 Dicembre 2008

 

La crisi non sembra mordere l´eco-turismo: secondo il VI rapporto Ecotur, in Italia nel 2007 le presenze del turismo-natura sono state 95.917.153, con un aumento dell´1,79% e un fatturato globale di quasi 10 miliardi. Il rapporto, redatto anche quest´anno dal Centro studi permanente dell´osservatorio Ecotur ed edito dal Sole 24 Ore Business Media, è stato presentato ad Ecotur, la borsa internazionale del turismo VerdeBlu in corso a Roma ed è realizzato in collaborazione con l´Ente nazionale per il turismo (Enit) Istat, università dell´Aquila e regione Abruzzo, è il frutto di cinque anni di lavoro del comitato scientifico dell´Osservatorio Ecotur sul Turismo Natura, che ha raccolto dati statistici, condotto analisi ed indagini, definito contenuti, contorni e dinamiche del mondo del turismo-natura.

Il rapporto si rivolge in particolare ai professionisti del settore e vuole essere un supporto didattico per studenti e facoltà universitarie, per istituzioni e associazioni e per quanti, cittadini responsabili, semplicemente interessati al turismo natura, alla sua conservazione e al suo uso consapevole, vogliono affrontare e comprendere i problemi sempre più complessi che l´eco-turismo si trova ad affrontare.

Dall´analisi dei dati emerge che tra i comparti del turismo-natura, i "parchi-aree protette" si piazzano al primo posto, prima della "montagna" che scavalca l´"agriturismo", preceduto per la prima volta anche dal segmento "mare-parchi e riserve marine". Il "turismo rurale" è quinto e precede i "borghi più belli d´Italia", che fanno la loro prima comparsa in graduatoria, e il "turismo lacuale".

I parchi preferiti sono quelli dell´Abruzzo, seguono Trentino Alto Adige, Sardegna, Calabria e Toscana. Più distanziate Lazio, Campania, Sicilia, Veneto, Basilicata e Friuli Venezia Giulia. Se il parco preferito è di gran lunga quello nazionale d´Abruzzo, la sorpresa viene dal secondo posto delle Foreste Casentinesi, seguite da Pollino, Gran Paradiso, Cinque Terre, Arcipelago della Maddalena, Stelvio, Monti Sibillini, Sila, Majella e Gran Sasso.

Classifiche variegate e che danno il senso delle potenzialità ma anche della difficoltà di definire cosa è l´eco-turismo, quello che è evidente è che sempre più tour-operator italiani propongono pacchetti turismo-natura, segno di una domanda in crescita.

Le motivazioni che spingono il turista a scegliere il turismo-natura al primo posto c´è una ragione non esclusivamente "eco": la tranquillità, seguita dal "conoscere le tradizioni culturali, folcloristiche ed enogastronomiche", da "territorio ed ambiente" e dall´"ospitalità e disponibilità della gente del luogo".

Bisogni "ampi" che possono essere soddisfatti anche in altra maniera e allora sono più interessanti le aspettative dell´eco-turista: la prima è "vivere a contatto con la natura", seguita da "praticare sport e attività all´aria aperta", "frequentare luoghi poco affollati", "desiderio di libertà" e "prezzi modici" che richiamano alla consapevolezza della crisi economica. E non potrebbe essere altrimenti perché se è vero che l´eco-turista di solito e un target molto appetibile, è anche vero che il 54% appartiene alla fascia "media", il 26% in quella "bassa" e solo il 20% in quella "alta". Il 50% degli eco-turisti sono in età compresa fra i 30 e i 60 anni, seguiti da quelli tra i 16 e i 30 anni (22%), dagli over 60 (15%) e dagli under 15 (13%).

Il rapporto spiega che «La struttura ricettiva maggiormente utilizzata è l´albergo o la pensione, seguita dal B&B, dall´agriturismo, dall´appartamento/casa privata, campeggio e camper. Il tempo medio di permanenza varia da "un giorno" (12,1%), al "weekend" (17%), ai "tre giorni" (9,6%), alla "settimana" (13,8%) per arrivare a "più di una settimana" che si attesta sul 7,3%. Da rilevare tuttavia, che la categoria prevalente è quella del "senza pernottamento" che fa registrare il 40,1%. Tra le attività sportive maggiormente praticate dal turista-natura, al primo posto troviamo il "trekking" con il 19% delle preferenze, seguita dal "cicloturismo" (mountain bike) con il 17%, dal "bird-watching" ( 12%), dall´"animal-watching" (10%), dall´equitazione (7%), dallo "sci di fondo" (6%), "cycling" (5%) e , infine , dal "climbing" con il 3%».

Il Rapporto si sbilancia anche su previsioni per il consuntivo turistico del 2008: secondo il 53,1% degli analisti il turismo dovrebbe essere stabile, in aumento per 18,8% e in diminuzione per il 28,1%, mentre nel 2009 si prevede addirittura un miglioramento: stabile per il 62,1%, in aumento per il 34,5% e in diminuzione solo per il 3,4%.

Il presidente di Ecotur, Enzo Giammarino, sottolinea che «la crescita del settore, pur rallentando, non si ferma. Infatti le presenze complessive negli esercizi ricettivi ufficiali delle aree protette sono ammontante nel 2007 a 95.917.153 con un aumento del 1,79%, mentre il fatturato globale è risultato essere pari a 9,894 miliardi di euro con un incremento dello 0,49%. La crisi dei consumi e la recessione in atto anche in Italia fanno sì che il turismo natura diventi oggi un turismo per tutte le fasce economiche e sociali: il 2007 è l´anno della penetrazione nella classe media, del recupero della quota di mercato delle strutture alberghiere, dell´aumento della professionalità nell´accoglienza grazie anche al lavoro svolto in questi anni da Ecotur, che ha definito il turismo-natura come prodotto italiano e lo ha posizionato sui mercati internazionali».

Una tesi forse troppo basata sull´ottimismo della volontà e che non fa i conti con le lamentele e i presagi non proprio confortanti che giungono da diversi siti turistici "sensibili", ma condivisa dal direttore generale dell´Enit, Eugenio Magnani: «Nei momenti di crisi occorre incentivare queste nicchie di mercato, queste particolarità che possono essere il valore aggiunto del turismo. Bisogna dire grazie ad Ecotur ed ai suoi partner per aver creduto fin dall´inizio in questo prodotto anche quando era difficile farlo».

I dati dell´eco-turismo però scompaiono di fronte a quelli presentati dalla Cemar alla Seatrade mediterranean conference. Un altro comparto non propriamente ecologico è in forte espansione: il turismo crocieristico che in Italia nel 2008 ha battuto ogni record di movimento passeggeri nei porti italiani: 8.534.015 con un incremento dell´11% rispetto al 2007. Per il 2009 si prevede un consolidamento. Anche qui una sorpresa: è Civitavecchia, con 1,85 milioni di passeggeri, il principale porto crocieristico del Mediterraneo, seguito da Venezia (1,2) e Napoli (1,1).

Le vie, di mare e terra, del turismo sono infinite e non sempre le percorrono gli eco-turisti, che restano ancora una corposa ma indefinita minoranza in lenta crescita. (greenreport.it)

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