E gli oceani si trasformano in "deserti"

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Lunedì, 4 Febbraio 2008

La vita poco a poco scompare. Ed è così che gli oceani si trasformano in deserti. Il satellite della Nasa "SeaWiFs" ha osservato che le superfici marine biologicamente morte sono aumentate del 15 per cento rispetto a 10 anni fa, mentre in Italia siamo al 20 per cento. Tutta colpa del cambiamento climatico, causato in primis dall'uomo.

L'aumento delle temperature coinvolge anche gli oceani. E le prime vittime sono proprio le specie che li popolano.

 

Dal 1996 ad oggi, il satellite della Nasa "SeaWiFs" ha documentato dati allarmanti: le aree desertiche degli oceani sono cresciute del 15 per cento (6,6 milioni di chilometri quadri in più). Attualmente, tra acque e terre emerse, il 40 per cento della superficie terrestre è coperta da deserti.

Le aree prive di vita sono sempre più vaste. Situazione catastrofica anche in Italia, come ci spiega Jeffrey Polovina del National Marine Fisheries Service statunitense, autore di uno studio sulla salute degli oceani che sarà pubblicato a breve sulla rivista Geophysical Research Letters: "L'estensione dei deserti negli oceani - dice l'esperta - è correlata all'aumento della temperatura superficiale. Il fenomeno si sta espandendo rapidamente, soprattutto nell'Atlantico settentrionale. Ma nessun bacino si salva, a eccezione dell'Oceano Indiano meridionale".

La studiosa assicura che questo fenomeno è stato osservato in tutti gli oceani del globo terrestre. Nelle zone prive di vita il mare visto dallo spazio, testimoniato dalle immagini scattate da SeaWiFs, è di un blu cupo, mentre in quelle abitate assume un colore verde-clorofilla, grazie alla variopinta cromia delle piante che nutrono pesci e cetacei.

Che il riscaldamento cromatico provochi il blocco della circolazione delle correnti o lo scambio di sostanze nutritive da un oceano all'altro non è una novità. Il fatto che ha lasciato gli esperti a bocca aperta è la velocità con cui tutto ciò sta avvenendo: "Negli ultimi 9 anni i deserti si sono estesi con una rapidità 10 volte superiore al previsto" precisa Polovina.

Gli studiosi hanno tentato di ripristinare la vita negli oceani: una delle strategie adottate è stata quella di gettare ferro e altri sali nutrienti nelle acque per aumentare la popolazione delle alghe unicellulari. Gli scienziati della Geological Society of America sono sempre più convinti che il cambiamento climatico e tutte le sue disastrose conseguenze siano opera dell'uomo e delle sue attività industriali.

Valentina Corti

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