Lovari: "Salviamo il leopardo delle nevi"

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Venerdì, 8 Febbraio 2008

BERGAMO -- Il leopardo delle nevi è una specie a rischio di estinzione. La sua conservazione è il fine del progetto "Snow leopard", condotto da un team di esperti del Comitato Ev-K²-Cnr. A capo dell'iniziativa c'è Sandro Lovari, che ci racconta in questa intervista gli ultimi sviluppi e gli impedimenti che la burocrazia sta ponendo all'avanzare del progetto nel Sagarmatha National Park, in Nepal.

Professor Lovari, ci parli del progetto "Snow Leopard"
Il progetto è formalmente iniziato quattro anni fa.

Agiamo su tre fronti principali: il primo è il conteggio dei leopardi delle nevi e delle sue principali prede presenti nel territorio del parco, attraverso la registrazione dei segni di presenza, che viene eseguita mensilmente. Grazie al DNA mitocondriale contenuto nelle feci dei leopardi delle nevi è possibile riconoscere e contare i singoli individui. La seconda parte riguarda l'alimentazione di questo predatore, condotta attraverso l'analisi degli escrementi. La terza parte, che non è ancora iniziata, consisterà nel dotare gli animali di radiocollari satellitari.

Ed è proprio per la terza fase che avete bisogno dei permessi
Esatto, per dare il via a questa fase abbiamo bisogno dei permessi per catturare un limitato numero di leopardi e dotarli di radiotrasmittenti satellitari per individuarne gli spostamenti. Sembrerebbe che una settimana fa questo permesso sia stato accordato verbalmente, però manca ancora la conferma scritta…

Perchè sono importanti i radiocollari?
Oltre a registrare i movimenti degli animali che li indossano, i radiocollari svolgono un ruolo di protezione dell'animale perchè possiamo venire rapidamente a conoscenza di atti di bracconaggio. Sono collari satellitari, quindi la posizione dell'animale è molto accurata. Se l'animale rimane fermo per più di un giorno o ha ucciso una preda e se la sta mangiando, oppure è stato bracconato. Quindi si può intervenire prontamente e controllare sul posto.


Secondo lei alcuni leopardi potrebbero essere stati uccisi nel Sagarmatha National Park?
Il grafico che abbiamo tracciato parla chiaro: c'è stata una diminuzione fortissima dei segni di presenza se si confronta l'autunno del 2007 con quello dell'anno precedente. Purtroppo questo si sposa con l'informazione che abbiamo avuto da un testimone oculare, una turista francese arrivata a Phortse nel maggio scorso. Le è stato detto che se fosse arrivata qualche ora prima, avrebbe potuto vedere un cucciolo di leopardo delle nevi. Questo vuol dire che, se un cucciolo di leopardo delle nevi era in possesso di un locale, il locale deve avere ovviamente ucciso la madre, probabilmente anche il padre, e portato via il piccolo o i piccoli dalla tana.

Sembra che per il momento le autorità non intendano darvi il permesso per continuare le vostre ricerche
Il problema è che il permesso deve provenire dal Ministero delle Foreste tramite il Department of National Parks and Wildlife Conservation. Sono più di tre anni che stiamo chiedendo questi permessi e non ce li hanno ancora concessi. Il Nepal ha una grande instabilità politica da quattro anni a oggi e i funzionari cambiano continuamente.

Visti i problemi riguardo ai permessi come intendete proseguire il vostro lavoro?
Se non ci saranno dati i permessi per catturare e mettere il radiocollare ai leopardi delle nevi verrà a mancare la fase conclusiva del lavoro! Quindi dovremo valutare se, in base al bilancio costi-benefici, conviene continuare a investire tempo e fondi in Nepal, oppure andare a lavorare in altre aree, per esempio il Pakistan, un paese più libero in termini di rilascio di permessi ufficiali.

Valentina Corti

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