“Inizialmente – racconta il suo promotore, Giuliano Marcozzi – presentai l’idea al Comune di Martinsicuro e l’amministrazione Maloni (nel 2006, ndr) decise di prevedere uno spazio acqueo per la struttura. Oggi, però, l’esecutivo Di Salvatore ha fatto un passo indietro e ha deciso di non inserire la nave della salute nel piano di spiaggia. Così mi sono rivolto a San Benedetto e ho trovato massima disponibilità da parte del sindaco”.
Marcozzi mostra quindi una lettera datata 24 gennaio 2008 con la quale Gaspari comunica che “l’amministrazione rimane interessata a questo progetto”. Lo stesso primo cittadino scrive di aver “avviato un percorso con la Capitaneria di Porto di San Benedetto e con il Ministero dei Trasporti per la valutazione delle necessarie procedure finalizzate all’individuazione di uno spazio d’acqua adeguato alle relative esigenze”.
Un hotel galleggiante con annesso ristorante e soprattutto un centro di talassoterapia. I turisti potranno alloggiare sulla nave della salute ed usufruire delle cure derivanti dall’acqua del mare (il termine thalassa deriva dal greco e significa mare). Un punto benessere sull’Adriatico condito, però, da altre eccellenze come, ad esempio, un museo-multimediale affiancato da strutture mediche che possano curare le più variegate malattie della pelle.
Ma non finisce qui. “A bordo – dice Marcozzi – vorremmo prevedere anche uno studio di ricerca legato al Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche, ndr) con il quale vorremmo collaborare per studi sulla potabilizzazione delle acque”.
Dunque non solo un centro turistico-termale, ma anche un centro di ricerca. Il tutto a due passi dal porto, in una zona che il sindaco Gaspari si sta premurando di individuare in raccordo con Capitaneria e Ministero. La nave della salute dovrebbe essere una della serie “Tirrenia”, lunga 38 metri e con una serie di servizi per chi vi alloggerà. Al Comune l’iniziativa non costerà nulla, anzi l’imprenditore pagherà ovviamente una sorta di concessione per l’occupazione dello specchio d’acqua, contribuendo nel contempo a vivacizzare, anche turisticamente, il porto sambenedettese.
Del resto la vocazione diportistica dell’approdo inizia a farsi sentire e non cogliere un’occasione simile sarebbe realmente un delitto. Bisognerà verificare come si sta attualmente muovendo l’amministrazione sambenedettese per caldeggiare l’iniziativa non solo presso la locale Capitaneria, ma anche presso il Ministero.
(Gloria Caioni corriereadriatico.it)
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