Aree marine protette: il miracolo di Bonn

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Lunedì, 9 Giugno 2008

Secondo la International union for conservation of nature (Iucn) «L’avvio della creazione di una rete di Aree marine protette che si espanda sull’’intero globo ha fatto un enorme passo avanti durante la Convention on biological diversity (Cbd), che si è conclusa la scorsa settimana a Bonn».

Il 30 maggio la nona Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica ha infatti adottato due decisioni rivoluzionarie riguardanti il mare che forniranno strumenti importanti per la conservazione della biodiversità marina anche fuori dalle acque territoriali. Decisioni di cui in Italia, nonostante l’accesa discussione intorno alle Amp,

nessuno parla, ma intanto il governo di centrodestra conferma a Bonn gli impegni presi da quelli precedenti e ne sottoscrive altri e più impegnativi a livello globale.

La prima decisione, sottoscritta naturalmente anche dal governo italiano, si occupa direttamente di Aree marina protette, la seconda del cambiamento climatico in relazione agli effetti sugli oceani del pianeta.

All’interno delle decisioni riguardanti la biodiversità marina costiera (riconfermando l’importanza di implementare questo tipo di Amp), per la prima volta le Parti della Cbd hanno adottato criteri scientifici per l’identificazione anche delle aree in mare aperto e in acque profonde che necessitano di protezione. La Cbd ha anche adottato gli orientamenti scientifici che gli Stati membri dovranno seguire nella progettazione di reti rappresentative di Aree marine protette.

«I criteri e le linee guida – precisa l’Iucn – sono stati sviluppati da un workshop di esperti della Cdb, e sono basati sul rigoroso consolidamento di oltre 20 gruppi di criteri esistenti applicati nazionalmente, regionalmente e globalmente, inclusi quelli sviluppati dall’Iucn» Questi criteri rappresentano ora un importante e condiviso meccanismo per la promozione della cooperazione internazionale che porti all’istituzione di importanti aree marine protette in alto mare da “collegare” ed integrare con quelle costiere.

Con la decisione presa a Bonn si invitano «le Parti, i governi e gli altri organismi competenti ad applicare urgentemente i criteri scientifici e gli orientamenti per implementare le misure di conservazione, come ad esempio le reti di aree marine protette in alto mare».

Un gruppo di lavoro formato da esperti dovrà controllare e consolidare i progressi fatti nell’identificazione delle aree marine protette fuori dalle acque territoriali e dire se queste soddisfano i criteri scientifici.

«Questo risultato – spiega Kristina Gjerde, consulente per le politiche per l’alto mare dell’Iucn - An expert workshop is to review and consolidate progress on the identification of marine areas beyond national jurisdiction that meet the scientific criteria. Contribuirà direttamente ai progressi settoriali e regionali, così come all’interno dell’’Assemblea generale della Nazioni Unite, dove i governi stanno discutendo ’ dei prossimi passi per una governante delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale.

A Bonn la strada verso il blocco delle attività non regolamentate negli oceani del mondo ha fatto progressi. La Parti hanno deciso di istituire un expert workshop che sviluppi le linee guida per la valutazione dell’impatto delle attività umane sul mare prima che tali attività vengano ammesse.

«Attività come la fertilizzazione dell’oceano, dove nutrienti come il ferro o l’azoto vengono aggiunti al mare, nella speranza che la conseguente fioritura di fitoplancton fornisca uno stoccaggio a lungo termine del biossido di carbonio, hanno potuto aver luogo senza nessun controllo di questo tipo – spiega Imène Meliane, coordinatrice delle politiche marine dell’Iucn . Sviluppare queste linee guida aiuterà sicuramente che tali attività non regolamentate possano svolgersi senza nessun controllo sula loro effetto sull’ambiente marino».

La Parti della Convention on biological diversity hanno adottato a Bonn una moratoria “de facto” per la fecondazione dell’oceano, con l’eccezione di attività scientifiche su piccola scala. E’ stata così accolto l’appello degli scienziati partecipanti al meeting organizzato dal 19 al 23 Maggio a Guayaquil, in Equador, dalla Convenzione, dal Trattato e dal Protocollo di Londra sulla prevenzione dell’inquinamento marino dello scarico di rifiuti e di altre materie a mare, che chiedevano alla Cbd di rivedere gli elementi di prova riguardanti la fertilizzazione degli oceani concludendo che «sulla base di proiezioni scientifiche, questa ha potenzialmente rischi di danni significativi per l’ambiente marino». (www.greenreport.it)

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