Per questo ieri, alla presentazione dell'annuale rapporto sull'energia del colosso britannico Bp, il numero uno dell'azienda, Tony Hayward, ha parlato della possibile apertura dell'Antartide alle compagnie petrolifere.
Ancora 40 anni e di petrolio non ce ne sarà più secondo Hayward. E stando alle sue parole aumentare la produzione è molto difficile in quanto sono troppi gli ostacoli che impediscono alle società petrolifere di operare liberamente. "In altre parole quando si parla di rendere disponibile più petrolio, i problemi non s'incontrano sottoterra, ma sopra, sono politici, non geologici", ha detto il boss di Bp.
Da qui la sua proposta: aprire l'Antartide - e anche le aree protette degli Stati Uniti - alle trivelle. Secondo Hayward sarebbe proprio questa la soluzione per soddisfare il fabbisogno di petrolio nel mondo. Ma ecco subito il primo ostacolo: il trattato di Madrid, ratificato nel 1998, che impedisce lo sfruttamento delle ingenti risorse naturali dell'Antatride fino al 2048.
L'ultima proposta del genere risale a un anno fa. A farla il governo britannico, cheha rivolto all'Onu (l'Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite), una richiesta di attribuzione di un'area vasta un milione di chilometri quadrati. La zona confina con l'attuale Antartide britannica.
Valentina Corti
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