Sentina: l’ultima zona umida sulle rotte dei migratori

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Giovedì, 3 Luglio 2008

 

SAN BENEDETTO - L'ultima zona umida lungo le rotte migratorie della costa Adriatica, oasi di valore floristico e faunistico, o l'ultima, cospicua, area di espansione urbanistica della città: per anni il destino della Sentina è oscillato tra questi due inconciliabili opposti, prima di virare, definitivamente e, come la presidenza della Riserva ha più volte tuonato, “irrevocabilmente”, verso un presente ed un futuro di salvaguardia ambientale.

Nel mezzo la Sentina è stata molte cose, spesso tutte insieme: fertile terreno di coltivazione, prediletta zona di caccia, far west senza legge abbandonato al degrado. Proprietà della famiglia Sgariglia prima, fu da questa regalata all'Istituto dei Poveri, uno dei tanti enti pubblici finiti sotto la scure dei tagli: cancellato nel 1970, la Sentina passò al Comune di Ascoli, dove l’Istituto dei Poveri aveva sede legale. Il Comune di San Benedetto avrebbe potuto ricorrere e mantenerne il controllo, ma all'epoca evidentemente non sembrò importante provarci. Nel 1997 Ascoli e San Benedetto, con la mediazione della Provincia, firmano un protocollo d'intesa che segna un comune accordo per la valorizzazione ambientale dell'area, già allora protetta da numerosi vincoli e dichiarata zona di interesse ambientale europeo.

I contrasti rimangono, a intervalli regolari si ipotizzano campi da golf, mega alberghi e aeroporti (e a un certo punto, addirittura, un circuito automobilistico) ma il percorso verso la Riserva è intrapreso e si rivela inarrestabile. Il 14 dicembre del 2004 arriva la delibera regionale: la Sentina entra definitivamente a far parte delle aree protette marchigiane, la Riserva naturale è realtà. I primi passi sono stentati: il Comitato di indirizzo e gestione si insedia solo cinque mesi più tardi e ne devono passare altri cinque perché il Comune di Ascoli, recalcitrante, nomini il proprio rappresentante.

Nel gennaio del 2006 viene finalmente approvato anche lo Statuto, quasi un anno più tardi di quanto aveva disposto la delibera. Con la fine del periodo di commissariamento del Comune a San Benedetto e l'insediamento di una nuova amministrazione arriva anche un nuovo presidente per il comitato di indirizzo della Riserva, la nomina della Direzione (che include anche Legambiente, Lipu e l'Associazione Sentina) i progetti e gli interventi per mettere a frutto i 412 mila euro che la Regione aveva destinato ai primi passi della Riserva. (corriereadriatico.it)

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