SOS incendi: WWF rischio roghi in 17 aree DOC

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Venerd́, 18 Luglio 2008

Dopo il 2007, vero e proprio ''annus horribilis'' per le foreste, il 2008 dovra' passare alla storia come l' anno ''X'' per la prevenzione degli incendi. E' questo l'auspicio del Wwf, che ha presentato oggi i dati del dossier ''Incendiometro 2008''. Obiettivo fondamentale per l' associazione ambientalista e' quello di uscire dalla gestione commissariale per imparare a gestire e governare l'ordinario. Nel 2007 sono andati in fumo oltre 227.729 ettari di superficie, di cui 116.602 boscati (il 27% dei quali ricadenti in aree protette), per un danno economico di oltre 640 milioni di euro considerando solo i boschi. A rischio la biodiversita' made in Italy: 17 le perle piu' a rischio incendi. Sul fronte delle cause, il

dolo, nel 2007, ha inciso per il 65% sul totale roghi. Ecco la fotografia scattata dal Wwf:

 

- LE SPECIE PIU' COLPITE: Nelle 17 aree a rischio segnalate dal Wwf vivono specie preziose particolarmente vulnerabili nel periodo estivo agli incendi spesso perche' coincidente col periodo riproduttivo. Tra queste ci sono anfibi come la Rana di Lataste e la Salamandra pezzata appenninica; rettili tra cui la Lucertola delle Eolie e la Testuggine di Hermann. Tra i mammiferi il Quercino sardo, il Capriolo italiano, il Gatto selvatico e la Martora. E' stato calcolato che un incendio distruttivo di un ettaro di pineta puo' causare la morte di 300 uccelli, 400 piccoli mammiferi e 5 milioni di insetti.

 

- UN PATRIMONIO IN FUMO: I benefici apportati dalle foreste in termini di servizi naturali offerte e' immenso e va dalla regolazione dell'atmosfera e del clima, alla protezione da inondazioni, siccita', frane, dissesto idrogeologico, oltre ai benefici che derivano dal valore estetico, ricreativo e turistico. In uno studio condotto dal Wwf Spagna, si e' calcolato che il danno economico causato dagli incendi forestali corrisponde a 5.500 euro per ettaro di bosco incendiato, senza considerare i danni permanenti e il valore delle specie animali e vegetali distrutte. Considerando questi valori, nel 2007 il nostro Paese ha letteralmente bruciato oltre 640 milioni di euro, solo per gli incendi boschivi, e un valore forse equivalente per gli altri 111.000 ettari andati in fumo di ambienti non forestali. Una perdita immane, considerato anche che occorrono circa 100 anni a un bosco di latifoglie, come le faggete e quercete, per ricrescere, mentre 'bastano' alcune decine alla macchia mediterranea.

 

- CLIMA, USO DEL SUOLO E LA MANO DELL'UOMO: Il rischio incendio e' determinato soprattutto dal clima secco, l'uso del suolo e dunque le caratteristiche della vegetazione e la topografia. In un territorio montano, infatti, l'incendio avra' piu' probabilita' a diffondersi rapidamente rispetto alla pianura. Ma la piaga e' quasi sempre da ricondurre all' 'opera dell'uomo' e non al fenomeno dell'autocombustione, rarissimo (appena lo 0,6-0,7 % del totale) e quindi irrilevante nel nostro paese. Gli incendi dolosi sono aumentati nel 2007: dal 59,9% al 65% del totale, un fenomeno preoccupante perche' gli incendi boschivi dolosi sono stati ben 7.000.

 

- MODELLI VIRTUOSI DI PREVENZIONE: Nella lotta contro gli incendi boschivi il Wwf ha evidenziato due modelli virtuosi di prevenzione. Il primo e' quello messo in atto dalla Provincia di Macerata, che in soli 5 anni, dal 2000 al 2005, ha visto passare la superficie di bosco incendiato da 452 ettari a soli 52. Il Piano ha un'altra particolarita': e' estremamente efficace dal punto di vista economico, costando appena 66.000 euro per il controllo di 215.000 ettari di superficie coinvolta. L'altro modello e' quello avviato dal Parco del Pollino, l'anno scorso tra i piu' colpiti in assoluto, con 6.959 ettari di cui 2.952 di bosco, sono andati in fumo nel 2007. Per prevenire una nuova emergenza l'Ente Parco guidato da Domenico Pappaterra si e' dotato, primo parco nazionale ad averlo fatto, di un Piano Annuale per la programmazione delle Attivita' di Previsione, Prevenzione e Lotta Attiva contro gli Incedi Boschivi. (ANSA).

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