Nucleare: gli incidenti del 2008 in Europa

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Sabato, 19 Luglio 2008

 

L'ennesimo incidente avvenuto in Francia va ad aggiungersi ad una lista gia' nutrita di piccoli problemi negli impianti nucleari di diversi paesi europei, dall'inizio dell'anno. Ecco l'elenco:

 

GERMANIA - Il 4 febbraio un incendio si sviluppa nelle centrale nucleare di Kruemmel, ferma dal giugno 2007 dopo un altro incendio. Non sono registrate fughe radioattive.

SLOVENIA - Il 4 giugno si verifica una perdita nel circuito di raffreddamento della centrale di Krsko. Il reattore e' fermato per alcuni giorni. Non sono denunciate perdite radioattive.

UCRAINA - Le autorita' rendono noto che la settimana precedente, in una centrale vicina al confine polacco, si e' rotto un tubo di raffreddamento non a contatto con materiali radioattivi.

GERMANIA - Il 25 giugno e' reso noto che a Wolfsbuttel, in una miniera usata come deposito di rifiuti nucleari e' registrata la presenza di liquidi radioattivi oltre i limiti accettabili.

UNGHERIA - Il 7 luglio la centrale di Paks viene fermata temporaneamente per un piccolo incidente durante lavori di manutenzione al blocco 1 dell'impianto.

FRANCIA - L'8 luglio, in una centrale di Tricastin avviene lo scarico accidentale di 30 metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro.

SPAGNA - Il 13 luglio sono resi noti due incidenti alle centrali di Cofrentes e di Vandellos. A Cofrentes, dove l'incidente e' il quarto in 12 giorni, si registra un aumento di potenza non programmata superiore del 20% di quella autorizzata. A Vandellos si verifica invece una piccola fuga a terra di materiale radioattivo nei pressi di serbatoi degli impianti di acqua di raffreddamento. Anche a Vandellos c'era stato un incidente simile pochi giorni prima.

FRANCIA - Il 16 luglio, a un paio di km dalla centrale di Tricastin, viene registrato un tasso anormalmente elevato di uranio, non collegabile, sembra, con la perdita dell'8 luglio. Secondo la Commissione di ricerca e di informazione indipendente sulla radioattivita', sarebbe da attribuire a un deposito interrato di scorie di un impianto militare di arricchimento dell'uranio attivo. (ANSA)

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