tradursi in una vera e propria paralisi
dell’attività istituzionale dei Parchi, con
pesantissime ripercussioni sulla conservazione della
natura e sulla promozione del territorio, con
evidenti risvolti negativi sulle economie locali
che, spesso, già versano in pessime condizioni.
Ecco il testo integrale della lettera con cui si chiede a Federparchi di intervenire presso il Ministero dell’Ambiente.
Cari Colleghi,
come già sapete, in questi giorni il dibattito sulla gestione delle aree protette è vivo più che mai, anche a causa degli effetti dei provvedimenti urgenti contenuti nel noto D.L. 112/2008; i tagli alle risorse umane e finanziarie, infatti, rischiano di annullare l’azione degli Enti Parco, contraddicendo, di fatto, l’obiettivo del Decreto volto, tra l’altro, a garantire la razionalizzazione, l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione amministrativa.
Le aree protette sono state istituite con l’intento di creare modelli di sviluppo sostenibile da esportare oltre i confini territoriali e quindi di occuparsi di tematiche che oggi sono obiettivi strategici a livello planetario. I Parchi Nazionali, invece, da tempo, operano in una situazione di grande affanno, derivante, come il Presidente e il Direttore del Parco del Gran Paradiso illustravano, anche
dalla loro natura giuridica, che ne sottopone la gestione ad un crescente numero di norme e vincoli amministrativi. D’altro canto, i Parchi italiani, nella maggior parte dei casi fortemente antropizzati, svolgono funzioni che hanno ricadute dirette sulla vita dei cittadini (si pensi, solo per fare qualche esempio alle autorizzazioni, ai nulla osta, ai condoni da rilasciare, ma anche alle V.I.A., alle V.A.S., la gestione della fauna e gli indennizzi). I Parchi cioè svolgono una serie di funzioni e curano servizi fondamentali per la collettività, sulla quale già gravano le conseguenze per le oggettive difficoltà di gestione in cui versano molte delle aree protette nazionali.
La Finanziaria del 2008 sembrava porre rimedio, almeno parzialmente, a questa situazione, prevedendo per i Parchi, la possibilità di aumentarne il numero dei dipendenti. Dimostrazione del fatto, quindi, che il problema dei Parchi era già sentito anche a livello politico istituzionale.
Queste nostre riflessioni sono condivise anche dai dipendenti del Parco dei Sibillini che con passione, impegno e professionalità tutti i giorni lavorano per cercare di far funzionare al meglio la nostra realtà.
Ci uniamo quindi all’appello inviato dal Parco Nazionale del Gran Paradiso nella speranza che si possa intervenire nelle sedi parlamentari al fine di intraprendere iniziative legislative volte a risolvere le complesse problematiche di gestione delle aree protette.
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