dalle Filippine è leggermente diminuito, ma a causa
della congiuntura del mercato e dei maggiori
controlli internazionali e non certo per le misure
di salvaguardia di fauna e flora che il governo non
ha messo in atto.
L´attenuarsi dell´impatto della deforestazione è stato immediatamente sostituito da quello crescente delle attività minerarie, anche nelle aree protette, e gli habitat e la fauna selvatica devono sempre di più fare i conti con gli insediamenti agricoli ed una popolazione umana in forte crescita demografica. L´Iucn traccia un quadro sconsolante per il futuro di una delle aree più ricche di biodiversità: «non c´è speranza per questo arcipelago tropicale asiatico se non vengono implementate urgentemente misure di conservazione efficaci». Il rischio è quello di perdere per sempre, e in tempi brevissimi, magnifici animali come il tamarù o bufalo nano (Bubalus mindorensis), endemico dell´isola di Mindoro, il più grande mammifero delle filippine ed uno dei più rari al mondo, che vive nella fitta vegetazione vicino a fiumi e paludi; l´aquila delle Filippine (Pithecophaga jefferyi), la più grande delle aquile e una tra le più minacciate di estinzione, un maestoso uccello che può vivere fino a 60 anni; lo straordinario Tarsier delle Filippine (Tarsius syrichta, nella foto) con gli occhi più grandi di ogni mammifero rispetto alla sua dimensione e peso corporeo; il souther giant slender-tailed cloud rat (Phloeomys cumingi), un´affascinante creatura notturna dalla lunga coda e dai grandi occhi che vive nelle foreste filippine; il bucero codarossiccia o visayan tarctic (Penelopides panini), il più piccolo dei bucerotidi delle Filippine, capaci di cambiare rapidamente il colore della zona "nuda" della testa dal bianco al blu e viceversa, per motivi che rimangono misteriosi. Misteriosi come la bellezza e l´intricata biodivesità che il pianeta rischia di perdere nelle Filippine.
|