Il parco marino per rilanciare il territorio

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Lunedì, 5 Maggio 2008

 

GROTTAMMARE – Inserito nel programma del festival “Saggi Paesaggi 2008”, nei giorni scorsi si è parlato a Grottammare del “Parco marino Piceno” e dei suoi benefici da un punto di vista turistico. Relatori di caratura nazionale come Sebastiano Venneri, vicepresidente nazionale di Legambiente, e Stefano Donati, responsabile di struttura del Ministero dell’Ambiente, hanno infatti posto l’accento su come l’istituzione di un’area marina protetta possa avere riflessi positivi sulle capacità di attrazione di nuovi flussi di visitatori. L’esempio portato al dibattito, coordinato dell’assessore provinciale al turismo e parchi Avelio Marini, è stato quello dell’area marina protetta “Plemmirio” di Siracusa, la cui istituzione ha fatto sì che l’offerta turistica si ampliasse di molto destagionalizzando un turismo prettamente balneare e diventando un volano per l’intera economia siracusana.

Lo ha spiegato bene Vincenzo Incontro, direttore dell’area protetta siciliana, nel corso del suo intervento: “Abbiamo creato un parco marino dei divertimenti ma pienamente inserito nell’habitat – ha detto Incontro - grazie alla sinergia dell’intero territorio, infatti, abbiamo lanciato nuove forme di turismo scolastico, nautico, per disabili con l’obbligo, ad esempio, per ogni “Centro diving”, composto esclusivamente da personale locale, di avere nel proprio staff quattro istruttori per non vedenti”. Un parco marino, dunque, è capace di rilanciare un intero territorio, ampliando l’offerta e il periodo di accoglienza: non è un caso se, nell’ultimo decennio, le aree marine protette sono passate da 7 a 28. “Destagionalizzazione”, quindi, è stata la parola ricorrente dell’appuntamento grottammarese che ha prodotto spunti interessanti per iniziative correlate all’avvio dell’Area protetta: per esempio, si è parlato della possibilità di istituire i cosiddetti “campi ormeggi” comprendenti svariati servizi turistici, non impattanti, che in sol colpo risolverebbero la carenza di posti barca. Senza tener conto della vendita dei prodotti “a marchio” dell’Area marina protetta che, come sottolineato da uno studio del Ministero, attirano molto i consumatori (il 50% dei prodotti viene venduto grazie al marchio, senza alcun tipo di supporto promozionale). Ma un Parco Marino riesce a sopravvivere se, nella fase di studio di fattibilità, è correttamente considerata la “capacità di carico turistica” che un territorio può sopportare: un importante passo per un processo di pianificazione che l’area marina protetta del Piceno sembra aver superato a pieni voti, come sottolineato da Giuseppe Dodaro dell’Istituto Ricerche Ambiente Italia. (Corriere Adriatico - E. Lattanzi)

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