Artico, gigantesche crepe nei ghiacci

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Martedì, 27 Maggio 2008

OTTAWA, Canada -- Gigantesche evidenze che il ghiaccio del Polo Nord si sta frantumando giungono da una spedizione di ricercatori canadesi. Gli scienziati, viaggiando lungo la distesa di ghiaccio che ricopre l’artico, hanno scoperto gigantesche fratture, lunghe anche 16 chilometri, che stanno interessando in lungo e in largo il ghiaccio polare.

Secondo i ricercatori sono la testimonianza sicura che qualcosa di importante dal punto di vista climatico, si sta verificando a nord del pianeta.

 

Derek Muller, della Trent University (Canada), che da anni studia l’artico ha detto: “Sono rimasto stupefatto di fronte alla vista delle nuove fratture. Mai avevo avuto modo di osservare qualcosa del genere. E’ assai probabile che nell’arco di qualche anno la calotta glaciale che si preserva in inverno si spezzerà in più parti, le quali andranno alla deriva ognuna per conto proprio”. Già ora la quantità di ghiaccio è inferiore del 23 per cento rispetto a quella dell’anno scorso, che era già fortemente diminuita rispetto agli anni precedenti.

“Se la calotta glaciale si spaccherà in varie porzioni, tutto il nord del pianeta cambierà la propria geografia, perché il ghiaccio non seguirà più l’andamento attuale di fronte alle coste”, ha spiegato Luke Copland dell’Università di Ottawa (Canada). Già l’anno scorso alcune porzioni della distesa di ghiaccio si erano rotte in varie parti ed “oggi le abbiamo trovate a circa 640 chilometri più a sud rispetto alla loro posizione originale”, ha continuato Copland.

Tutto ciò, oltre a determinare una serie importanti di ricadute climatiche e ambientali sta riportando alla ribalta il problema dei confini territoriali. Ottawa ha annunciato di volere costruire due nuove basi militari nell’Artico. Il Canada inoltre, vuole investire tre miliardi di dollari per comprare otto navi in grado di pattugliare il Passaggioa Nord Ovest che ora è diventato navigabile per buona parte dell’anno. Obiettivo, affermare i suoi diritti sul transito e quindi far pagare una tassa a chi vi transiterà.

Un’altra questione oggetto di scontro è lo sfruttamento dei fondali artici quando il ghiaccio del Polo Nord si sarà in buona parte sciolto e renderà possibile l’estrazione di gas, petrolio e minerali. Secondo il Geological Survey degli Stati Uniti, sotto quelle acque ci sarebbe il 25 per cento del metano e del greggio ancora non scoperti nel mondo. La disputa sul controllo del Passaggio a Nord-Ovest è insomma l’anticipazione di un conflitto più ampio che riguarda i diritti di sfruttamento del fondo marino artico, tanto più ambiti quanto maggiormente sale il prezzo del greggio e delle materie prime.

Luigi Bignami

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