Prevedere le eruzioni? Forse si può

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Venerdì, 10 Ottobre 2008

Sono fra le catastrofi naturali più pericolose. Provocano danni ingenti, anche in termini di vite umane. E altrettanto spesso cambiano l'ambiente radicalmente, rendendolo invivibile. Da centinaia di anni, gli studiosi tentano di prevedere terremoti e eruzioni vulcaniche.

Dalle osservazioni sulle piante a quelle sugli animali, passando per i segnali della crosta terrestre, gli scienziati hanno sempre cercato di arrivare qualche minuto prima. Prima che la natura scateni la sua forza devastante. Ora pare che la meta sia vicina.

Questo grazie a uno studio approfondito di Sergio

Vinciguerra, un giovane ricercatore precario dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista Science.

Ebbene, lo scienziato in erba, ha scoperto l'uovo di Colombo. Con un esperimento apparentemente banale, nella sua semplicità. Vinciguerra ha preso un campione di basalto di piccole dimensione dell'Etna. Lo ha sottoposto alle stesse condizioni di pressione e sollecitazione che si verificano poco prima di un'eruzione. Simulando le condizioni reali, è andato a vedere l'effetto che facevano sulla roccia analizzata. E da qui ha tratto un modello matematico che permette di analizzare i segnali sismici generati all'interno dei vulcani prima dell'eruzione.

Insomma, con grande intelligenza, il ricercatore ha consegnato alla comunità scientifica un lavoro di importanza fondamentale, trovando la logica per intrepretare i tremori e i terremoti che precedono un'eruzione vulcanica.

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