Sprechi in tempo di crisi, un lusso che non possiamo permetterci

Aggiorna la pagina

 

Lunedì, 20 Ottobre 2008

 

Immaginiamo di apparecchiare una tavola, tre volte al giorno, per 620.500 persone. Costerebbe almeno un miliardo di euro. Tanto vale lo spreco del cibo nella catena della grande distribuzione alimentare in Italia. Il conto salato dei prodotti che restano invenduti. Nella spazzatura delle famiglie italiane finiscono invece più di 25 milioni di tonnellate di cibo. Alcuni lo gettano un po' troppo in fretta, quando compaiono i primi segnali di muffa, per altri sette milioni di persone una dieta alimentare equilibrata è diventata un lusso che non possono permettersi.

Siamo consumatori bulimici di beni e servizi, predoni di un pianeta sempre più povero di risorse.

Quello che accade con il cibo è solo un esempio di un modo di fare che viene replicato dalle risorse energetiche fino agli acquisti superflui.

Così il seme della resistenza nella società usa e getta è quello di chi ha deciso di andare controcorrente. Le storie e i progetti di chi ha fatto suo il dittico "Non sprecare". Iniziative che funzionano e hanno fatto scuola altrove, raccontate nel libro "Non sprecare" di Antonio Galdo (Einaudi).

A recuperare il cibo che viene scartato dai supermercati ci ha pensato Andrea Segrè, docente di Economia e Ingegneria agraria dell'Università di Bologna che con un gruppo di allievi ha creato la catena del "Last minute food". L'esperimento avviato con un ipermercato della Cooperativa Adriatica, oggi è una rete che coinvolge 13 città e otto regioni italiane. E, in tempi di crisi economica, è anche una risorsa utile per quelle famiglie che fanno i conti con la quarta settimana.

Anche il debito accumulato dai comportamenti spreconi nei confronti del pianeta è insostenibile. Consumiamo un terzo di risorse naturali in più rispetto alla capacità della terra di riprodurle. E mentre Legambiente sta per avviare una campagna nazionale contro gli sprechi, bisogna guardare, si legge nel libro, a progetti come quello delle "isole verdi" dell'Enel. Capraia ha fatto da laboratorio a cielo aperto: 20 chilometri quadrati a emissioni zero.

Un appartamento modello di 180 metri quadrati si trova a Gais in provincia di Bolzano: in Italia quello di Albert Willeit è il più ecologico. La bolletta per l'elettricità è pari a circa 400 euro l'anno, per fare un esempio. Prima che questo tipo di abitazioni diventi popolare, ciascuno può contribuire a contenere gli sprechi, modificando piccole abitudini. Basta ricordare che, anche quando si tiene in stand by, la tv consuma. Una famiglia potrebbe risparmiare fino 100 euro l'anno se spegnesse la lucina rossa del televisore, del pc e del videoregistratore. Anche la spazzatura può essere fonte di sprechi (come a Napoli) o trasformarsi in risorsa.

Visione ottimizzata 1024x768 pixel

Imposta come tua

"Pagina iniziale"

di Internet Explorer

Webmaster

Disclaimer

by meteorivierapicena.net