La notte bianca nella città sporca

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Martedì, 11 Agosto 2009

 

Dal Sig. Tonino Armata riceviamo e pubblichiamo quanto segue:

La chiamano “notte bianca”, sollecitata dagli esercenti di esercizi commerciali, che hanno un’opportunità di guadagni extra, e favorita e promossa dall’amministrazione comunale che, nel nome del vecchio “panem et circenses”, ci vede un'occasione per raccogliere e ampliare il consenso, forse in dispregio a Dostoevskij (“Le notti bianche” Mosca, 1821- 1881). Ed è uno dei riti più osceni, orgiastici e insulsi della società di massa. Francesco Piccolo ne ha data un’angosciata descrizione nel suo "L’Italia spensierata" (Laterza), pamphlet ilarotragico su questi mostri tempi dell’apparire e del presenziare, del transumare e del consumare: È la notte degli extraterrestri, appunto. Una notte dell'anno in cui la città invece di proporre una Woodstock dei poeti, della letteratura, dell’arte anche culinaria, della musica classica, della danza, del cinema, del teatro e altri eventi culturali distribuite fra centro e periferia e sulla spiaggia, la città è diventata un pub e una discoteca all’aperto fino all’alba, chiedendo alla gente di restare sveglia e di riappropriarsi della città di notte. Chiedendo ai commercianti di tenere aperti i negozi, chalet e ristoranti.

La risposta dei cittadini è stata splendida o incredibile o spaventosa a seconda dei punti di vista. Da poco dopo il tramonto cominciano a muoversi, a riempire la città. La gente esce dalle case, scende dalle auto, dagli autobus. E la riempie in modo letterale: è tutto pieno, ogni centimetro quadrato. Tutti in cerca di divertimento non di cultura. Finalmente si balla e ci si agita nell’aria ammorbata dai miasmi della sporcizia. Con timore (e tremore, a causa delle vibrazioni) si annuncia per noi residenti una notte in bianco. Capiamo così il senso vero della denominazione. Dostoevskij, sia ringraziato il cielo, non c'entra niente. Né il suo sognatore romantico innamorato della lunare Nasten' ka può essere coinvolto in questo sabba. La musica, assordante, tambureggiante, minacciosa, proseguirà fino all’alba. L'indomani è riposo per molti, ma il nessun dorma è imperativo. Bisogna portare pazienza, la notte ha da passare, la musica finire. Sorgerà un’altra alba sulla città infelicissima. E la sporcizia sarà un po' più alta, un po' più putride.

L’assedio si è allentato, le ombre bianche si sono momentaneamente ritirate. Ma la quiete dopo la festa è solo un’ennesima illusione: niente è in ordine nel mattino che si va animando di traffico. I problemi restano tutti lì, sul tappeto o sotto il tappeto. Con l’aggravante che pochissimi s’indignano e si ribellano. I più convivono con lo scempio senza più accorgersene, perfino allegramente, scambiando quest’orrore che ci circonda per un inesorabile progresso, per una seducente modernità. Come ha scritto Piergiorgio Bellocchio in "Al di sotto della mischia" (Scheiwiller), imperdibile diario civile della nostra deriva epocale: “Invece di ritrarsi, la gente accorre, ammira, invidia, si eccita, applaude, partecipa. Ubbidisce. Invece di distogliere lo sguardo e tapparsi il naso, sgrana gli occhi e dilata avidamente le narici, orba di sensi e di giudizio, scambiando beatamente stupidità per intelligenza, arroganza per autorità, maleducazione per spregiudicatezza... Tutti vogliono esser merda”. Questa notte bianca non ha nulla di candido, nulla d’immacolato. È una notte sporchissima. Basta andare a vedere il marciapiede di viale De Gasperi da poco ristrutturato per rendersi conto cm’è ridotto: aiuole trascurate, sterco e orine di cani, sgommature di biciclette e di motorini. Davanti ai bar posteggiati auto, moto e biciclette, biciclette e motorini che transitano avanti e indietro tranquilli, abitanti che buttano l’acqua dal balcone anche dopo che alcuni passanti hanno protestato. Nei vicini giardini di via Formentini topi enormi che camminano sulle palme. Naturalmente non c’è nessun vigile che fa le multe. Forse avranno qualcos’altro da fare. Non è vero signor sindaco?

Alla fine della fiera a chi ha giovato questa kermesse commerciale? Non ai sanbenedettesi che pagano le tasse (non agli evasori, che anzi, alcuni ne ha beneficiato), alle quali, l’amministrazione comunale ha appioppato 20.000 euro come contributo alla festa bianca e in più il pagamento dello straordinario agli operatori ecologici per la pulizia del mattino dopo. Ma la gente non sembra fare caso a questi maleolenti simboli della società dell’opulenza incontenibile, divenuti scomodi e imbarazzanti testimoni dell'inefficienza amministrativa. Solo qualche cane randagio mostra un certo interesse per la sovrabbondanza dell’offerta.

Cordialità, Tonino Armata


Problematiche
Una legge contro l'inquinamento acustico fissa una soglia in 35 decibel per il rumore per la notte, più stringente di quella consentita nelle ore diurne (55 Db). Tale soglia scatta dopo le ore 24.00 e vale tutto l'anno e, di fatto, vieta dopo la mezzanotte feste, notti bianche, e manifestazioni simili che finiscono per superare i valori soglia. Su lamentela e segnalazione di un singolo cittadino, Polizia municipale e Carabinieri sono tenuti ad applicare le sanzioni per disturbo della quiete pubblica e schiamazzi notturni, nonostante i permessi del sindaco del comune locale, sui quali prevale la normativa nazionale. Le sanzioni prevedono multa di alcune migliaia di euro per gli autori dello schiamazzo, denuncia, fino al ritiro della licenza commerciale con chiusura dell'attività.

PS: Meteorivierapicena non si limita a pubblicare la lettera del Sig. Tonino Armata ma condivide appieno anche le sue riflessioni e le tristi conclusioni (RG)

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