Muraglie cinesi in A14

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Mercoledì, 12 Agosto 2009

 

Spuntano come funghi ai lati della 3° corsia in costruzione: le famose Barriere Antirumore. Lo dice il nome stesso, con quelle i rumori dell’autostrada non passano: se di là c’è un paese possono vivere senza diventare sordi, se c’è un parco possono passeggiare, se c’è una scuola possono studiare, se c’è un ufficio o una fabbrica possono lavorare, se c’è una chiesa possono pregare. Abbatterebbero anche l’inquinamento. Sacrosante, quindi.

Esistono da tempo all’estero, eccellenti (nel senso vero del termine): di legno, di erba, di terra e sassi, di cemento bucherellato, di ferro e vetro dipinto. Quasi mai t’impediscono la vista, mai ti soffocano, mai t’angosciano, mai t’appaiono inutili. Sembrano nate insieme a tutto il resto, armonicamente. Su quelle trasparenti gli uccelli disegnati paiono vivi e allegri, un quadro la campagna e il paese che intravedi. Il paesaggio resta intatto. Sono varie, quiete, sorprendenti, architettonicamnte pregevoli, alcune “invisibili”. Mai invadenti. E funzionano, basta passare dall’altra parte per apprezzare l’isolamento dai rumori. Soprattutto, stanno dove servono: se a bordo autostrada c’è una sterminata prateria un fitto bosco una parete rocciosa una ferrovia una centrale elettrica un’altra strada uno svincolo un precipizio, la barriera antirumore non c’è. Lo sguardo può spaziare libero, osservare il paesaggio. Il viaggio è rilassante. Non ti assale il tedio. Non dormi. (…)

Ma noi siamo più bravi (non parlavo di “eccellenze”, giorni fa?...). Le barriere antirumore ( di cui nella nostra presuntuosa arretratezza ignoravamo quasi l’esistenza ) adesso le mettiamo sempre e dappertutto. Alé, scialacquiamo.

Tra Ancona e Pedaso, per esempio, sull’autostrada Adriatica stanno nascendo come gramigna: infestanti, orribili e (quasi sempre) inutili. Verdi (verso mare!), azzurre (verso monte!) e grigie… Con in cima migliaia di stupide finestre vetrate destinate a rimanere sporche per sempre.

Barriere standard monotipo, di una sola altezza, di un solo materiale, che corrono o troppo appiccicate o troppo distanti dal traffico (inefficaci nell’uno e nell’altro caso), seguendo il terreno a tutti i costi, come il Vallo di Adriano o il muro tra Cisgiordania e Israele, arrampicandosi anche a 35 mt d’altezza. Una riga spezzata che ti s’affianca angosciante come un’ombra, che ti restringe il campo visivo, sovrapponendosi spesso ai giganteschi guard-rail. “Densificazione” mortificante, ci manca solo il filo spinato.

Addio paesaggio, vedi solo asfalto e barriere. Persi tutti i riferimenti, non sai cosa stai attraversando; le colline, i campi, il mare, l’orizzonte quasi spariscono. Pali verticali (molti già storti) e pannelli rigati con irraggiungibili finestre. Muraglie, senza essere in Cina. Guidi in corridoio. Senza vento.

Stanno soprattutto dove non servono. Vegetazione, cespugli fioriti, boschi già di per sé sarebbero splendide barriere antirumore gratuite e naturali. Noi invece il verde lo massacriamo con solchi, scavi, colate di cemento drizzando impressionanti barriere da guerra di cui non si sente il bisogno. Secondo me stravolgono pure il clima (ecco, la mia esagerazione l’ho detta).

Forse certi nostri progettisti non capiscono, o non sanno, che esistono seri trattati in proposito secondo i quali proprio la diversa tipicità del fogliame riduce di molto, e in modo naturale, rumori e inquinamento.

In Svizzera e in Slovenia (ad es.) a fianco delle arterie stradali e ferroviarie più trafficate piantano del verde “ad hoc”, risparmiando sulle barriere che, comunque, non possono mai essere tutte uguali: vanno calcolate, calibrate, se ne deve valutare l’impatto ambientale. E si deve cercare di farle belle, perché rubano paesaggio.

Ma noi siamo “eccellenti” dicevo. Voilà allora centinaia di km di barriere antiacustiche in serie, tutte uguali, tutte in fila. Seminate senza criterio. Per di più inefficaci, inutili, invadenti, brutte, tossiche, costose.

Certo sono ghiotti appalti, posti di lavoro, affari, (forse, mafia*). E voti. D’improvviso le vogliono i cittadini, le impone la moda, se ne vantano i sindaci. Tutti contenti e sbarrati. Tutti in gabbia.

Quanto siamo fessi, a murarci da soli. (Pier Giorgio Camaioni)

* Io, se fossi un magistrato, qualche indagine la farei.

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