Al Gore: "Chi nega l'emergenza è pagato dai grandi inquinatori"

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Domenica, 6 Dicembre 2009

 

NEW YORK - E allora, mister Gore? Come la mettiamo con lo scandalo degli scienziati che avrebbero truccato i dati sul global warming? "Ma insomma: quei dati non cambiano nulla. La verità è che oggi c'è ancora chi crede che lo sbarco sulla Luna sia stato inventato al cinema". "La differenza è che chi non crede allo sbarco sulla Luna non ha dietro i soldi degli inquinatori". Al Gore, classe 1948, per due volte vicepresidente degli Stati Uniti, l'uomo che avrebbe potuto sedere alla Casa Bianca al posto di George W. Bush (mezzo milione di voti popolari in più), l'ambientalista più famoso del mondo - e più ricco, grazie ai suoi eco-investimenti: qui lo chiamano il "carbon millionaire" - adesso imposta la voce già simpaticamente tuonante e risponde direttamente alle critiche che gli stanno piovendo addosso dagli econegazionisti scatenati, un vero global storming: l'accusano di aver riportato quei dati truccati nel suo libro più famoso, "An Inconvenient Truth", il bestseller che le ha regalato un premio Nobel, un premio Oscar (che due oscuri membri dell'Academy ora vorrebbero ritirargli), perfino un premio Grammy per il migliore degli audiobook... "I negazionisti del riscaldamento ambientale stanno ingannando la gente pretendendo che queste mail abbiamo più significato di quello che hanno".

Nel suo nuovo libro, "La scelta", lei guarda al summit di Copenaghen come a un nuovo punto di partenza nella guerra al riscaldamento globale. È vero, Barack Obama ha cambiato i programmi, ha annunciato che parteciperà alla chiusura lasciando intendere un qualche accordo possibile. Ma la proposta americana - emissioni ridotte del 17% - resta debole. Non crede che il presidente per la sua prima uscita internazionale sul clima avrebbe dovuto osare di più?

"Certo, mi piacerebbe che gli Usa potessero fare di più. Obama ha fatto la scelta giusta presentandosi comunque a Copenaghen, apprezzo il fatto che abbia messo sul tavolo l'obiettivo-riduzione e capisco anche che il Congresso non abbia nessuna volontà di appoggiare una riduzione maggiore. Però si, è vero, la proposta è più debole di quella che dovrebbe essere".

E lei che tipo di messaggio porterà a Copenaghen? Nel suo libro elenca una serie di soluzioni alternative per la riduzione dell'anidride carbonica: dal cap & trade (che prevede limiti ma anche la possibilità di pagare se si inquina di più) alla tassa sulla CO2.

"Io sono favorevole a entrambe le proposte ma la realtà politica è un'altra: una tassa sulla CO2 sarebbe difficile da far passare al Congresso o in qualunque altro parlamento del mondo, e credo che nel medio termine sia più probabile puntare sul cap & trade. Anche perché per passare da un sistema basato sui combustibili a uno fondato sulle energie rinnovabili abbiamo ancora bisogno di introdurre più livelli di efficienza nelle nostre economie".

L'economia italiana resta legata all'energia fossile per il 93%. Lei scrive che nella guerra al global warming dobbiamo muovere tutti insieme. E velocemente. Ritiene che l'Italia stia andando troppo lentamente?

"Io non sono un cittadino italiano e dunque non sento di avere lo stesso diritto a intervenire nella vostra discussione politica... ".

La loro opinione gli italiani l'avevano espressa vent'anni fa votando contro il nucleare. E il governo di Silvio Berlusconi ha invece lanciato un piano di costruzione di nuove centrali.

"Io esorto tutti a fare di più. I leader che negano la realtà del riscaldamento globale indeboliscono la democrazia. E questa è la più grande minaccia della nostra civiltà".

Non è sempre colpa dei politici. La vicenda delle mail che gli scienziati si scambiavano per modificare i dati sul riscaldamento globale ha fatto scoppiare il cosiddetto "climategate".

"Nulla di quelle mail, che erano private e sono state rubate, ha minimamente cambiato l'opinione condivisa dagli scienziati. I negazionisti del cambiamento climatico stanno ingannando la gente facendo credere che queste mail abbiano un significato maggiore di quello che hanno. La tesi promossa dai negazionisti prende corpo in un'aria di irrealtà: guardate a quello che sta avvenendo nel mondo reale".

Cioè?

"Il clima sta cambiando. I ghiacciai si stanno sciogliendo. La siccità aumenta. L'Europa meridionale è minacciata dalla desertificazione. E rifugiati per colpa del clima cominciano già a spostarsi dalle depressioni del Bangladesh, per esempio, minacciate dall'innalzamento del livello del mare. Lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e nell'Antartico sta minacciando catastrofici innalzamenti del mare. Le alluvioni peggiorano. Le malattie tropicali si spostano dalle regioni equatoriali all'Europa e ad altre zone temperate. Questi sono fatti. E tesi propagandistiche basate sull'ideologia non possono cambiare questa realtà".

Solo propaganda?

"C'è ancora gente che contesta le scoperte di Galileo! C'è ancora gente che contesta l'evoluzione, c'è ancora gente che crede che la Terra sia piatta, che lo sbarco sulla Luna sia avvenuto in uno studio cinematografico: ma loro non hanno accesso a quelle grandi quantità di soldi, garantite dai grandi inquinatori di anidride carbonica per attirare l'attenzione sui loro falsi punti di vista".

Non pensa che sia un'ironia della storia? L'ha detto in tv anche il comico Jon Stewart: lei, Al Gore, è famoso per avere "inventato" Internet, per avere lanciato il suo sviluppo in America, per la contro-informazione e Current Tv, e ora proprio attraverso Internet e YouTube si sviluppa il movimento dei negazionisti.

"Ci sono più di un milione di nuove organizzazioni ambientaliste in tutto il mondo che si sono formate in pochissimi anni per sostenere i cambiamenti di cui abbiamo bisogno... No: quelli che fanno più rumore, quelli che si sono specializzati nell'uso della propaganda fatta con finanziamenti speciali, alla fine non vinceranno".

Ha visto il film "The Road"? È la storia - tratta da un romanzo di Cormac McCarthy - del lungo viaggio di padre e figlio in un mondo distrutto da un cataclisma ambientale.

"Non l'ho ancora visto ma ho sentito dire che si tratta di un film potente".

Uno shock: bisognerebbe proiettarlo a Copenaghen.

"Beh, non l'ho ancora visto ma mi sembra un'ottima idea".

Prima del summit Obama volerà a Oslo per il Nobel della pace che lei ha vinto due anni fa.

"Spero che lo incoraggi a mettere le soluzioni alla crisi climatica su un livello più alto di priorità. Gli Stati Uniti sono la nazione che può offrire più soluzioni e ha la leadership per farlo. Spero che il presidente voglia fare di più".

A proposito di presidenti. Colpisce nel libro la foto del capitolo "Ostacoli politici al cambiamento": il bacio tra George W. Bush e il re saudita Abdullah. Ora - otto anni e due guerre dopo - Bush fa il pensionato, lei ha vinto tutto dal Nobel in giù. Non è che magari ogni tanto lo pensa? "Alla fine della fiera il vero vincitore sono stato io"...

Ride, adesso, mister Gore. "Guardi, da un pezzo mi sono lasciato dietro quella delusione del passato. E sono concentrato soltanto sul futuro".

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