Copenaghen: al via vertice, 15 giorni per salvare clima

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Lunedě, 7 Dicembre 2009

 

COPENAGHEN - Una ventata di ottimismo scalda l'inverno danese alla vigilia dell'apertura domani, del vertice Onu sul clima a Copenaghen. La macchina č partita. Ancora i segni dei preparativi sui pavimenti. Stand che si stanno ancora allestendo al Bella Center. Code di un'ora e mezzo per passare i metal detector e arrivare a ottenere il passi. La previsione č di un vertice molto affollato: si parla di 15.000 delegati e 103 tra capi di stato e premier. E a poche ora dal via a uno dei piu' attesi vertici sul clima arrivano le parole di esortazione del Papa sulla necessita' di ''uno sviluppo solidale'', soprattutto a favore delle future generazioni, e quelle del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che si e' detto ottimista sugli esiti del vertice e sulla possibilita' di un accordo sottoscritto da tutti gli stati membri, sembrano rappresentare non solo un augurio formale: l'annuncio di ieri della presenza di Barack Obama alla sessione finale del vertice, quella in cui sara' necessario stringere concretamente sugli accordi, ha fatto alzare le quotazioni di una conclusione positiva. 'L'appello di Benedetto XVI alla vigilia della Conferenza di Copenhagen ha centrato un aspetto fondamentale dell'impegno per il clima e per l'ambiente: la sua dimensione etica'' ha affermato il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, sottolineando come il Pontefice abbia collegato i due temi chiave dell'appuntamento Onu: il rispetto per la natura e l'esigenza di uno sviluppo solidale''. Certo i problemi sono tutti sul tappeto, a cominciare dal nodo del valore vincolante degli accordi, che vede scettici, o addirittura contrari, alcuni grandi paesi come Cina, Brasile, Sud Africa e India. E a questo oggi si aggiunge una stima delle risorse finanziarie con cifre da capogiro: secondo Yvo de Boer, segretario esecutivo della convenzione dell'Onu sui cambiamenti climatici, serviranno una decina di miliardi di dollari ogni anno per i prossimi tre anni per rispondere ai bisogni piu' urgenti dei paesi piu' vulnerabili nel far fronte ai cambiamenti climatici. ''Per questo - ha spiegato - serve un rapido sblocco dei finanziamenti''. Anche perche' ''da qui al 2020, o al 2030 saranno necessarie cifre molto piu' significative, nell'ordine di centinaia di miliardi di dollari''. E chiede di fare in fretta, almeno sul raggiungimento degli accordo lo stesso Ban Ki-moon, secondo il quale occorre ''non perdere tempo, perche' - ha detto - tutti i governi del mondo sono d'accordo sul fatto che la temperatura media del pianeta non deve aumentare di oltre due gradi''. Che al fondo delle intenzioni dei governi vi sia una reale unita' di intenti il segretario generale dell'Onu ne e' convinto. Cosi' come e' convinto che il summit di Copenaghen si concludera' con ''un accordo firmato da tutti gli stati'' membri dell'Onu: ''Sono molto ottimista su Copenaghen. Raggiungeremo un accordo e credo che sara' sottoscritto da tutti i paesi dell'Onu e che sara' storico'', ha detto aggiungendo di ritenere che ''tutti i capi di stato e di governo sono d'accordo sull'obiettivo di combattere il riscaldamento del clima''. I paesi Ue si propongono di avere un ruolo centrale alla conferenza: ''Saremo convocati tutti i giorni come consiglio Ambiente Ue'', ha detto il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo. ''Ormai tutti sappiamo che si lavora su una decisione politica vincolante che poi sara' sviluppata nel 2010 in un trattato vero e proprio''. ''L'Italia - ha detto ancora il ministro - sta con l'Ue, poi discutiamo, ma andiamo con un disegno condiviso''. (Elisabetta Guidobaldi - ANSA)

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