Stato di calamita’ permanente

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Sabato, 26 Dicembre 2009

 

  • Emblematica la grande palma distesa annegata dentro il fortino Gheddafi di Cupra, con intorno schiuma di mare che scivola tra sacchi di sabbia, due metri sotto le cabine volanti e gli ex falsi prati pensili…

  • Bellissimi i biondi sassi bagnati che si son “naturalmente” ripresi il loro posto a sud di Tesi’. Perfino puliti. Stavolta da terra niente detriti e alberi e avanzi e reggimenti di vasetti neri di vivaisti distratti…

  • Impressionante il nero gradone di sabbia che spettacolarmente frana, come sporco ghiacciaio di Patagonia che a fette va giù…[turisticamente una perla…]

  • Formidabile il vento – per un giorno Ghibli del deserto – che appiana e quasi le fa muovere come in Danimarca, le dune (nere), e le rende aerodinamiche e dolci, inventando radenti nuvole grigie…

  • Sofferenti le nostre residue palme spettinate e ferite e bucate e ingiallite per i punteruoli in corpo. E assetate, agitate, disperate, rassegnate…[impassibili come cipressi, invece, le palme-cobra]

  • Potente il rumore di mareggiata da est, quest’anno ancora più forte. Sbattono di pancia come camion a rimorchio le ondone sui nuovi scogli, ma poi arrivano sempre dove gli pare.

Ammaccate, dolenti, incazzate. Sbattono anche contro la Cassa di Colmata, ma le zozzure di Senigallia starebbero al sicuro come in banca: analisi a posto, anche il colesterolo. Pesci in regola: mangiano altri veleni, oltre ai soliti, però entro la norma.

Splendido Natale 2009. Sereno e asciutto. Oltre venti gradi! Cielo adesso rosa [ore 16.20].

Eppure già lo stanno chiedendo a gran voce, già lo stanno scrivendo sui giornali: STATO DI CALAMITA’.

  • Così il Gheddafi riceverà altri soldi pubblici per rattopparsi alla grande [ e Carrabs verrà giù di nuovo a ri-fotografarsi davanti].

  • I sassi a sud di Tesi’ verranno (invano) ri-portati via.

  • Compreremo (invano) ancora migliaia di metri cubi di sabbie nere per farci a tutti i costi, con la chiatta spara-merda, la spiaggia che non ci può essere.

  • Mozzeremo (invano) altre palme, ma quelle ormai han deciso di suicidarsi.

  • Costruiremo (invano) ancora scogliere di tutti i tipi, con l’unico risultato di snaturare il paesaggio e di ammazzare il mare.

  • Espanderemo ancora gli insaziabili chalet, perfino ne inventeremo di nuovi sullo spazio-che-non-c’è….

(….)

Chissà come sarà il Natale del prossim’anno. Magari pioverà, o andremo sotto zero, o avremo una tosta nevicata come una volta.

Tanto, lo Stato di Calamità lo chiederanno sempre.
(Pier Giorgio Camaioni)

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