La Sentina patrimonio da rilanciare

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Martedì, 6 Gennaio 2009

 



SAN BENEDETTO - E’ una combinazione finora largamente inesplorata quella tra la Riserva naturale Sentina e il turismo locale. Sulla carta, la Riserva è sempre stata presentata come una eccellente opportunità di diversificare l’offerta turistica di San Benedetto e senza dover fare affidamento sul resto del territorio: un fazzoletto di natura per cavalcare il crescente interesse verso destinazioni turistiche di interesse ambientale e senza allontanarsi nemmeno un po’ da San Benedetto, perché la Riserva è pienamente compresa nel territorio cittadino, accessibile e raggiungibile quanto un parco urbano.

Nei fatti però la Sentina “turistica” è stata tale solo in due occasioni: un soggiorno estivo di volontari di Legambiente arrivati appositamente da tutta Italia, e le visite guidate organizzate la scorsa primavera per le scuole di San Benedetto e del suo comprensorio. Primi passi, certamente, ai quali fa seguito la recente adesione al portale Parks.it di Federparchi, importante in ottica mediatica perché inserisce la Riserva nel novero dei parchi e delle aree protette italiane da vedere e fornisce ai visitatori del sito tutte le informazioni per farlo.

Per gli operatori che hanno sempre riconosciuto la necessità di districare San Benedetto da un turismo legato ad una sola stagione, la Riserva è indubbiamente una risorsa, ma ancora tutta da sfruttare: “Secondo noi è importantissima – dice per esempio Marco Calvaresi, presidente della Pro Loco e di Confindustria turismo – è una opportunità in più che abbiamo per vendere il nostro territorio in modo differente, non legato esclusivamente al turismo balneare. Purtroppo, nonostante l’attivismo del presidente Pietro D’Angelo, ancora non si riesce a sfruttarla in questo senso. Potrebbe essere una buona idea provare a partire dalla ristrutturazione dei vari casolari, dove ospitare i turisti interessati a trascorrere una vacanza in diretto contatto con la natura”. In passato, prima dell’istituzione della Riserva (che è, ricordiamo, estremamente recente: a dicembre ha celebrato appena il suo quarto compleanno) la nomina di Sentina e turismo nella stessa frase faceva rizzare i capelli agli ambientalisti, perché spesso seguita dalla proposta di progetti faraonici per grandi alberghi, campi da golf, aeroporti e perfino piste automobilistiche. Oggi è un dato acquisito che la Riserva rappresenti una opportunità turistica per il suo valore ambientale e non è un cambiamento da poco. Rimane, per il futuro dell’area protetta, un problema di fondo, quello della proprietà: l’ente gestore è il Comune di San Benedetto, che però non possiede nemmeno uno dei circa 180 ettari che compongono la Riserva.

Acquisire almeno una parte dell’area (per esempio quella di tutela integrale, che include anche il casolare storico del sedicesimo secolo) è una priorità a lungo termine del comitato di indirizzo della Riserva: il presidente D’Angelo ha ipotizzato la possibilità di uno scambio (non necessariamente alla pari), tra la Sentina e l’area del Colle S. Marco, apparentemente capace di incontrare il favore sia della presidenza provinciale che dello stesso Comune di Ascoli. Ma la strada è ancora molto lunga. (Alex Licciardello - corriereadriatico.it)

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