Francia e Niger si accordano per il neocolonialismo nucleare

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Venerdì, 9 Gennaio 2009

 

Il 6 gennaio il gigante francese del nucleare, Areva, ha firmato un desiderato accordo con il governo del Niger per lo sfruttamento del giacimento di uranio di Imouraren. Secondo gli ambientalisti francesi ed il movimento autonomista del nord del Niger questo accordo avrà pesanti ricadute sull´ambiente e sulla popolazione locale.

Per la rete ambientalista "Sortir du nucléaire", l´accordo firmato a Niamey dall´amministratore delegato di Areva, Anne Lauvergeon, è pericoloso: «Per alimentare a basso prezzo i reattori nucleari francesi, Areva contamina da oltre 40 anni il Niger attraverso lo sfruttamento di diverse miniere di uranio, saccheggiando d´altronde letteralmente questo Paese che rimane uno dei più poveri del mondo e che quindi non ha beneficiato del commercio di uranio».

Il Niger è indipendente dalla Francia dal 1960, ma quello che è invece accaduto in 40 anni di presenza neocoloniale nucleare francese in Niger è stato la contaminazione dell´ambiente, l´emungimento fino al disseccamento delle preziosissime falde freatiche, dato che l´estrazione di uranio richiede una grande quantità d´acqua, l´allontanamento delle popolazioni locali dalle loro terre ancestrali che ha dato vita ad una guerriglia "tuareg" endemica, ed uno sfruttamento spesso al limite dello schiavismo di lavoratori che non hanno spesso nessuna protezione dalle radiazioni.

Per gli antinucleari francesi «L´apertura di nuove miniere a Imoumaren non potrà che aggravare nettamente la situazione. Non si può che essere molto stupefatti nel vedere i dirigenti del Niger firmare dei nuovo accordi che scherniscono gli interessi del loro popolo...».

Réseau "Sortir du nucléaire" chiede al governo francese la fine dello sfruttamento dell´uranio; studi indipendenti per fare piena luce sulla contaminazione dell´ambiente, dei lavoratori e della popolazione locale; finanziamenti francesi, presi dalla vendita dell´energia elettrica prodotta con il nucleare, per decontaminare e recuperare le regioni minerarie e per la riconversione dei lavoratori delle miniere di uranio del Niger, nel quadro di un Piano di sviluppo delle energie rinnovabili.

«E´ solo così che il Niger potrà accedere ad una vera indipendenza, in particolare sul piano economico, proteggendo il suo ambiente ed il futuro della sua popolazione». Quello che invece ci si aspetta dopo la firma dell´accordo è una recrudescenza della guerriglia ed un ulteriore inasprimento autoritario del regime di Tandja Mamadou che governa il Niger. (greenreport.it)

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