Caldo: raddoppia la mortalità delle grandi foreste USA

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Venerd́, 23 Gennaio 2009

 

Nella lista dei 'caduti' ci sono gli alberi di alcune foreste americane piu' famose, come la Giant Sequoia National Forest a nord di Los Angeles, con piante anche millenarie e alte fino a 80 metri, il Parco di Yosemite e la foresta Eldorado in California, la foresta di Wallowa County in Oregon, la Gus Pearson Natural Area in Arizona. Muoiono gli alberi secolari delle grandi foreste della costa occidentale degli Stati Uniti e il loro tasso di mortalita' e' piu' che raddoppiato rispetto a 50 anni fa. Lo ha scoperto uno studio pubblicato su Science e coordinato dalla Usa Geological Survey (Usgs) secondo cui la causa sarebbe dovuta al riscaldamento climatico e allo stress da siccita'. L'indagine ha esaminato le grandi foreste degli Stati dell' Oregon, Washington, California, Arizona, Colorado, New Mexico e British Columbia, con storie diverse di incendi e popolate da alberi, in gran parte secolari, disposti a differenti altitudini e di varie specie. Fra le probabili cause della mortalita' sono stati considerati molteplici fattori: quali inquinamento, incendi, malattie e normali dinamiche delle foreste. Ma l'aumento della temperatura sembra la spiegazione piu' plausibile. Le temperature medie annuali della costa occidentale Usa, scrivono gli autori, sono aumentate dagli anni '70 a oggi di 0,3-0,4 gradi ogni dieci anni, con picchi anche piu' alti alle altitudini maggiori, tipicamente occupate dalle foreste. A cio' si sono aggiunti anche cambiamenti idrogeologici, dovuti alla riduzione delle precipitazioni di acqua e neve. ''La siccita' del periodo estivo - spiegano i ricercatori - stressa gli alberi e li rende piu' deboli agli attacchi di insetti e malattie. Per esempio alcune recenti epidemie dovute allo scarafaggio della corteccia nelle foreste dell'ovest sono state collegate all'aumento delle temperature''. Lo studio riflette anche sulle implicazioni dell'elevata mortalita' di questi alberi. ''Il fenomeno potrebbe innescare un sostanziale cambiamento di queste aree'' ha osservato uno dei principali autori dello studio, Phil van Mantgem della Usgs. ''Gli effetti - ha proseguito - possono essere a cascata: sulla strutture totali della foresta, sulle risorse che essa consuma, e quindi sull'anidride carbonica in atmosfera che e' catturata da sempre meno alberi per la fotosintesi, e anche sulla fauna selvatica che vede mutato il suo habitat''. (ANSA)

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