In Sardegna ci sono le elezioni: sul nucleare il governo fa dietrofront

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Mercoledì, 28 Gennaio 2009

 

C´è qualcosa che non funziona nel "rinascimento" nucleare italiano: fino a ieri ce lo presentavano come una cosa richiesta a furor di popolo per rimediare l´errore di un catastrofico referendum degli italiani che non avevano capito quanto l´energia nucleare fosse pulita, a buon mercato, risolutrice della schiavitù del petrolio e indispensabile per abbassare le emissioni di CO2 e continuare a crescere. Poi è arrivato Renato Soru e ha detto il re è nudo, o meglio: Berlusconi non avrà mica intenzione di piazzarci una bella centrale nucleare in Sardegna? Il centro-destra, sondaggi alla mano, si deve essere reso conto che le folle plaudenti al nucleare si zittiscono non appena la proposta diventa concreta e sull´uscio di casa, e Berlusconi ha dovuto smentire che mai farebbe in Sardegna quella che fino a poche ore prima il governo presentava come una vera e propria benedizione. Oggi è toccato al ministro Claudio Scajola, quello che assicura che farà 8 centrali nucleari alla massima velocità mondiale e che proclamava che sarà il governo a decidere, precipitarsi in Sardegna per dire che comunque sulle centrali nucleari non spetterebbe al governo decidere dove realizzarle, ma agli enti locali insieme alle società energetiche.

Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, è impietoso: «Paura di perdere consenso? Alla prima scadenza elettorale, a quanto pare, in materia di nucleare il governo decisionista si dichiara accondiscendente col territorio. Il ministro, forse, soffre di amnesia visto che la delega al governo in materia di nucleare contenuta nel ddl Sviluppo, in discussione al Senato proprio in questi giorni, prevede il potere sostitutivo dell´esecutivo in caso di mancata intesa con gli enti locali per la localizzazione delle centrali. Comunque, l´episodio ci rassicura. Se così stanno le cose, il nucleare fortunatamente non si farà mai. Avremo, però, perso tempo prezioso e risorse utili allo sviluppo di tecnologie pulite, alla lotta ai cambiamenti climatici e al rilancio dell´economia, come testimoniato anche dalle scelte della nuova amministrazione statunitense in materia di energia».

Rispettivamente capigruppo nelle commissioni ambiente e difesa del Senato, Roberto Della Seta e Gian Piero Scanu, la buttano sul sarcastico: «Fa piacere sentire che il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola, oggi in visita in Sardegna, ha fatto dietrofront sul nucleare. Peccato che il disegno di legge del governo in discussione al Senato prevede che le decisioni rispetto ai siti per le centrali possano essere assunte anche contro il parere delle Regioni. E´ chiaro che oggi nel timore che la posizione sul nucleare faccia perdere voti in Sardegna Scajola fa una precipitosa marcia indietro rispetto alle sue posizioni e a quelle del governo. Fin dall´inizio il Pd ha dichiarato che la proposta sul nucleare dell´Esecutivo così come é formulata non é una proposta seria perché configura una scelta scollegata dalle politiche energetiche generali. Il paradosso é che il governo sponsorizza il nucleare come strumento per la riduzione delle emissioni quando in realtà boicotta il pacchetto clima che è la strada scelta dall´Europa per combattere i cambiamenti climatici. E´ comunque positivo che Scajola, pasdaran del nucleare dappertutto e ad ogni costo, adesso abbia deciso di dare prova di maggior realismo». «L´auspicio è che le dichiarazioni di oggi siano la premessa di un approccio più serio del governo, perché anche in Italia si possa lanciare un grande piano di sviluppo delle rinnovabili e per l´efficienza energetica, come stanno facendo tutti i grandi paesi occidentali. E´ questa la via maestra per ridurre la dipendenza energetica dai combustibili fossili i cui costi sono rilevantissimi sia dal punto di vista economico che ambientale». (greenreport.it)

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