In Umbria la torre osservatorio che ascolta il respiro del bosco

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Domenica, 7 Giugno 2009

 

ROMA - Circa un ventennio fa, quando parlare di problemi ambientali significava parlare soprattutto dello smog urbano, nelle grandi città furono installate centraline di rilevamento per tenere sotto controllo la presenza degli inquinanti più nocivi come diossido di zolfo, diossido di azoto e ozono. Ora che l'emergenza ambientale è quella del clima, il primo "veleno" da monitorare è invece l'anidride carbonica. Per raggiungere questo obiettivo in occasione della giornata Onu dell'ambiente è stata inaugurata la prima "torre" italiana per il controllo della CO2. Non della quantità immessa nell'atmosfera, ma di quella assorbita dagli alberi.

Il progetto, realizzato in collaborazione tra Wwf, Facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia di Viterbo, Microsoft Italia, l'Università di Roma Tre, il Museo di Zoologia di Roma e il Corpo Forestale dello Stato, ha permesso la realizzazione di una speciale struttura di rilevamento nel cuore dell'Oasi naturale di Alviano, in Umbria: come lo stetoscopio di un immaginario medico del Pianeta, con i suoi sensori controlla il respiro della natura, conteggiando le tonnellate di CO2 sottratte all'effetto serra che produce riscaldamento globale.

La pionieristica stazione di misurazione contribuirà ad una serie di rilevamenti utili alla misurazione dei gas serra negli ecosistemi. Nelle intenzioni del Wwf, che gestisce l'Oasi di Alviano, la torre avrà inoltre un valore didattico, permettendo ai visitatori di osservare in diretta l'oscuro lavoro svolto dal bosco per regalarci un clima vivibile.

"La torre - spiega Riccardo Valentini, docente all'Università della Tuscia e presidente della Commissione Cnr sui cambiamenti globali - è la prima installata in un'area naturale umida e ci consentirà letteralmente di 'ascoltare' il respiro del bosco, quanta CO2 assorbe e quanto ossigeno rilascia. A conclusione di un anno di monitoraggio si potrà calcolare il valore annuale di assorbimento relativamente ad un ettaro di foresta. Possiamo stimare, salvo verifica a fine anno, che questo bosco possa arrivare ad assorbire 8-10 tonnellate di CO2 per ettaro".

Il ruolo della Microsoft nel progetto riguarda invece la messa disposizione di un software in grado di creare un database che servirà ad effettuare delle previsioni a medio-lungo termine per attivare specifiche misure di adattamento e conservazione della biodiversità nelle Oasi del Wwf e in generale in Italia.

"Le Oasi del Wwf, più di 100 disseminate su tutto il territorio nazionale, sono laboratori naturali dove è normale 'leggere' i cambiamenti climatici in atto - sottolinea Antonio Canu, direttore di Wwf Oasi - dove è possibile sperimentare azioni sia di mitigazione che di adattamento". "L'Italia - aggiunge - sta cambiando faccia e i segnali li stiamo monitorando attraverso, per esempio, lo studio dei lepidotteri notturni (ci sono popolazioni di specie tipiche di areali meridionali che migrano verso nord favoriti dal riscaldamento climatico), o la conferma della rarefazione e perfino il rischio di estinzione che corre la gran parte degli anfibi". "Sono tutti fenomeni - conclude Canu - che osserviamo e studiamo nell'ambito del progetto Osservatorio e non fanno altro che confermare l'innalzamento della temperatura nel nostro paese". (Valerio Gualerzi - repubblica.it)

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