Allarme ONU: addio a Venezia in meno di cento anni

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Giovedě, 5 Novembre 2009

 

MARRAKECH - Venezia inondata, il delta del Nilo scomparso, intere isole come le Baleari sommerse: in meno di 100 anni il Mediterraneo sara' il set di un 'disaster movie', con tanto di popolazione che muore di sete e invasione di meduse e alghe tropicali. E tutto, spiegano gli esperti dell'Onu, se solo il livello del mare salira' di qualche centimetro, conseguenza garantita dall'attuale passo dei cambiamenti climatici. Il Mediterraneo, ecosistema piu' colpito dal surriscaldamento del pianeta, non avra' un'unica voce alla conferenza di Copenaghen. Per questo l'Onu ha riunito a Marrakech, dal 3 al 5 novembre, 21 Paesi delle due sponde, preoccupati di dire la loro quando il mondo cerchera' di trovare un accordo per ridurre i gas nocivi e fermare il disastro annunciato dagli scienziati. E potrebbe essere gia' troppo tardi per il Mare Nostrum: ''Anche se gli obiettivi di riduzione dei gas serra saranno raggiunti, l'impatto dei cambiamenti climatici si sentira''', ha detto Maria Luisa Silva, che dirige il dipertimento Mediterraneo dell'agenzia Onu per l'Ambiente, l'Unep-Map, aprendo la conferenza dove i 21 Paesi fanno il punto in vista di dicembre. I Paesi rivieraschi temono che a Copenaghen, tutti presi dal convincere Cina e India a darsi degli obiettivi ambiziosi di riduzione dei gas serra, ci si dimentichi del Mediterraneo, un ecosistema che ha gia' dimostrato di essere ''una delle aree dove l'aumento delle temperature fara' piu' danno'', dicono gli esperti dell'Unep. Perche' oltre ad essere l'ecosistema con la maggior varieta' di specie esistenti (e'solo l'8% della superficie oceanica del pianeta ma ospita il 7% delle specie conosciute) e' anche la meta della maggior parte dei turisti (31% del turismo internazionale, 275 milioni di turisti all'anno), nonche' l'area dove vive il 60% della popolazione che secondo le Nazioni Unite non ha risorse idriche sufficienti. L'ecosistema mediterraneo, spiegano gli scienziati dell'Onu, e' piu' importante della foresta amazzonica in quanto e' in grado di trattenere enormi quantita' di CO2: ''E' anche per questo che va protetto, e chiediamo a Copenaghen di tenerne conto'', ha detto Ibrahim Thiaw, direttore generale dell'Unep. Il primo segnale del clima che cambia nel Mediterraneo e' l'aumento delle temperature. Le previsioni dell'ultimo rapporto Onu presentato oggi a Marrakech dicono che tra il 2070 e il 2099 le temperature saliranno tra i 2,5 e i 5,1 gradi. A risentirne sara' soprattutto la costa adriatica, dove il livello del mare salira' ''con grandi rischi di sommersioni ed erosioni delle coste'', si legge nel rapporto. Il livello di allerta ci sara' per ''le zone lagunari come Venezia e i delta come quello del Po' e del Nilo''. E poi, le estati saranno sempre piu' afose, in zone come la Sicilia per esempio, oltre che in Egitto, Libano, Libia e Israele. Per quanto riguarda l'Italia, il rapporto mette in guardia il meridione dai cambiamenti nell'agricoltura e dall'aumento degli incendi, mentre per le Alpi il rischio e' che il ghiaccio si sciolga. Ma anche il Tirreno e' in pericolo: ''a breve termine'', la costiera amalfitana rischia l'erosione, quella ligure assieme all'isola d'Elba e alla Sardegna rischia di vedere scomparire molte specie: gia' oggi, non si ha piu' traccia dell'1% delle specie presenti fino a qualche anno fa. (ANSA).

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