Vertice Fao, crescono due cose: la fame e le chiacchiere...

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Martedì, 17 Novembre 2009

 

Si è aperto ieri a Roma il vertice Fao sulla sicurezza alimentare e già sappiamo che i Paesi presenti non potranno andare oltre impegni generici che individuano azioni qualitative da adottare nel prossimo periodo, ma nulla di più. Come purtroppo avverrà anche a Copenhagen gli impegni cogenti (in quel caso parleremo come noto di clima ed emissioni climalteranti) sono rimandati a future occasioni. Eppure la necessità di risposte sia sui temi ambientali che sul miglioramento della qualità della vita di una buona fetta della popolazione mondiale è di assoluta urgenza. Anche il vertice romano era stato preparato con dovizia di particolari.

Nei giorni scorsi tra l'altro sul fronte mediatico, con un'iniziativa ad effetto, il direttore generale della Fao Jacques Diouf aveva iniziato uno sciopero della fame simbolico (di 24 ore) ricordando le migliaia di bambini che per malnutrizione ogni giorno muoiono e aveva quantificato in 44 miliardi di dollari all'anno i soldi necessari per rispettare l'impegno di dimezzare entro il 2015 il miliardo di affamati. La conseguenza è stata che nessuna cifra è riportata nel documento finale approvato al Vertice. Il Papa Benedetto XVI con il suo monito ha provato ad influenzare le coscienze e forse c'è anche riuscito, ma da qui a far mettere le mani al portafoglio ce ne corre.

«Il numero delle persone che soffrono la fame sta subendo una drammatica crescita - ha dichiarato Ratzinger - nonostante la terra sia in grado di nutrire a sufficienza tutti i suoi abitanti. E questo dimostra come non vi sia alcuna relazione di causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame». Del resto poco potevano i Paesi presenti orfani del club dei ricchi (i paesi occidentali) che si sono fatti notare per la loro assenza. L'unico leader G8 a partecipare è stato Silvio Berlusconi, invitato come "padrone di casa" a presiedere i lavori del summit. Tra una barzelletta e l'altra il premier italiano ha sottolineato come sia arrivato il momento di «decidere le date e le modalità di versamento dei 20 miliardi di dollari contro la povertà promessi al G8 dell'Aquila per i prossimi tre anni». L'assenza dei paesi ricchi è stata fatta notare dal leader libico Muammar Gheddafi che ha denunciato «le ipocrisie, le frodi e le contraddizioni delle ex potenze coloniali, che hanno saccheggiato le risorse di interi continenti come l'Africa e l'Asia causando fame e disperazione. Ora ci devono ricompensare - ha continuato il colonnello- Non chiediamo un elemosina, ma rivendichiamo un nostro diritto».

Sicuramente il più concreto nella giornata inaugurale del Vertice Fao è stato il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso: «Sono lieto di annunciare che l'85% del miliardo messo a disposizione dal fondo Ue "Food Facility" sarà distribuito entro la fine di quest'anno grazie anche all'effettivo coordinamento delle agenzie delle Nazioni Unite su tutto il pianeta». Il presidente della Commissione ha poi ricordato come sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, biodiversità, siano temi strettamente collegati: «Il summit mondiale della Fao è un'opportunità per mantenere alta l'attenzione, perché un mondo in cui un miliardo di persone soffre la fame non è solo una profonda macchia nella nostra coscienza collettiva, ma anche una crescente minaccia alla sicurezza globale. Noi dobbiamo assicurare che gli impegni presi dal G8 siano onorati. Gli Stati devono essere trasparenti riguardo alle promesse fatte, devono portarle a termine e - ha concluso Barroso - non si può risolvere il problema della fame senza affrontare quello dei cambiamenti climatici». La speranza è l'ultima a morire. Vedremo se tra meno di un mese ci toccherà commentare un altro mezzo fallimento. (greenreport.it)

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