Il Po e'piu'caldo di 2 gradi dal 1960 ad oggi

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Luned́, 28 Settembre 2009

 

BRUXELLES - Dal 1960 ad oggi la temperatura media annuale nel bacino del fiume Po e' cresciuta di circa due gradi. Se il trend attuale dovesse confermarsi, le previsioni indicano una salita di ulteriori 3-4 gradi entro la fine del secolo. Questo uno dei dati sugli effetti dell'allarme clima che si riferiscono al grande fiume italiano, contenuto nel rapporto intitolato ''Cambiamento climatico regionale e adattamento - Le Alpi affrontano la sfida della modifica delle risorse idriche'', pubblicato dall'Agenzia europea per l'Ambiente (Eea). Nel volume si affrontano alcuni casi regionali di grandi bacini a livello Ue che vengono alimentati dall risorse idriche sulle Alpi, rilevando gli impatti climatici registrati. Il caso del Po non e' l'unico italiano citato, c'e' anche l' Adige, la cui temperatura media annuale, nel periodo 1926-2006, e' cresciuta tra 1,3 e 1,5 gradi, mentre le precipitazioni annue sono diminuite di circa il 10%. Precipitazioni che, secondo uno studio del 2007 citato dal rapporto, nel periodo fra 1975 e 2006 nel Po sono crollate del 20% su base annuale e del 35% tra i mesi di gennaio e agosto. Trend analoghi sono stati rilevati nei dati sulla portata per la sezione di Pontelagoscuro sul delta dello stesso fiume, con una diminuzione del 20% e un ulteriore declino del 40% nella stagione estiva. Le cose a monte del Po, cosi' come per l'Adige, non sembrano andare meglio, visto che e' stato riscontrato un calo significativo della neve fresca e del volume dei ghiacciai alpini che li alimentano. Nello specifico, per quanto riguarda il Po, dal 1860 ad oggi e' stata registrata una perdita del 40% della superficie dei ghiacciai che lo interessano. La ridotta disponibilita' d'acqua causata dai cambiamenti climatici ha contribuito quindi al deterioramento della condizioni del grande fiume, in primo luogo con la perdita della capacita' di auto-pulizia, poi con l' intrusione del cuneo salino al di la' del delta. Per affrontare l'impatto dei periodi di siccita' nell'intero bacino quindi, tra tutti gli organismi coinvolti nella gestione e' stato quindi stabilito un protocollo di coordinamento, in particolare per il bacino alpino, che determina gran parte della portata del Po. (ANSA)

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