«Cassa di colmata, nessuna rottura del telo»

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Mercoledì, 30 Settembre 2009

 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Sambenedettoggi riceve e pubblica dall'assessore alle Politiche del Mare di San Benedetto, Settimio Capriotti. quanto segue:

Con riferimento ad un articolo di stampa dal tono inutilmente allarmistico apparso oggi su un quotidiano e relativo ad una presunta rottura dei teli di protezione della vasca di colmata in corso di realizzazione a nord del bacino portuale, voglio spiegare ai cittadini, comprensibilmente disorientati dalle esternazioni a ruota libera di sedicenti amanti dell’ambiente, come sono andate le cose.

E’ accaduto che, durante la fase di conferimento del materiale di riempimento della cassa, si sia spostato, e non rotto, il geotessuto sovrastante il manto in caucciù che riveste il fondo della cassa stessa. Parte dunque del materiale conferito è finito sul rivestimento di caucciù ma non certo in mare. Si è dunque provveduto a riposizionare il tessuto sovrastante e i lavori sono proseguiti regolarmente.

Un risultato comunque, questi insonni custodi della salute pubblica l’hanno ottenuto: impegnare ben quatto uomini appartenenti alle sezioni di tutela ecologica dei Carabinieri che stamattina hanno effettuato un accurato sopralluogo. Ovviamente non è stato mosso alcun appunto alla regolarità del cantiere su cui, lo ricordo, sono impegnati a vigilare almeno quattro enti: Genio civile Opere Marittime, Arpam, Capitaneria di porto e, ovviamente, l’Amministrazione comunale. (sambenedettoggi.it)

 

E' veramente singolare sentir palare di "sedicenti amanti dell'ambiente" da parte di rappresentanti della stessa amministrazione comunale che prima si fa portavoce capofila del progetto Parco marino del Piceno e poi fa di tutto e di più per rendere ridicola ed incoerente la loro stessa posizione. O riteniamo, ad esempio, che una cassa di colmata rappresenti un ulteriore passo avanti ai fini istitutori dell'area marina protetta? Dal mio punto di vista una cassa di colmata come quella di San Benedetto del Tronto è la paradossale conseguenza di una nostra cattiva abitudine che non intendiamo ancora modificare: non abbiamo imparato a vivere in questo mondo senza insudiciare tutto in modo irresponsabile ed inaccettabile. Che i politici per primi diventino esempio attraverso il modo con il quale amministrano il bene comune altrimenti sarà inevitabile che anch'essi vengano riconosciuti e tacciati come "sedicenti amanti dell'ambiente". (Riego Gambini)

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