Russia, bruciati 10 milioni di ettari coltivati a grano: schizza in alto il prezzo

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Domenica, 1 Agosto 2010

 

MOSCA - Gli incendi che stanno infuriando in Russia hanno raggiunto la regione dell'Estremo oriente dove sono a fuoco circa 100.000 ettari di taiga. Lo hanno annunciato oggi i servizi forestali regionali, citati dall'Itar tass. In 24 ore gli incendi hanno triplicato la superficie interessata passando da 31.000 a 99.000 ettari.

Oggi il patriarca della chiesa ortodossa russa, Kirill, ha invitato i fedeli a pregare per la pioggia. «Il dolore ha colpito la nostra nazione - ha detto il patriarca - Abbiamo perso vite umane, centinaia di persone sono rimaste senza casa e migliaia tra cui molti bambini non hanno più mezzi di sostentamento. Chiedo a tutti voi di unirvi in preghiera affinché la pioggia discenda sulla nostra terra».

Almeno 28 morti. Sono almeno 28 le persone morte a causa delle fiamme che stanno devastando da giorni la parte europea della Russia, stando alle cifre fornite dal ministero russo per le Emergenze e secondo le quali ad oggi si sono registrati 774 incendi, di cui 369 a partire da ieri, mentre sono oltre 5.200 le persone evacuate.

Particolarmente toccata la Kamciatca, la penisola nell'estremo nord della Russia con oltre 76.000 ettari a fuoco. Inoltre ci sono altri 300.000 ettari di terreni non boschivi a fuoco, secondo l'Itar tass. Nei giorni scorsi gli incendi, provocati dall'eccezionale ondata di caldo che sta colpendo la Russia, hanno colpito parte occidentale del paese con 120.000 ettari interessati, villaggi interi devastati e un bilancio di 28 morti.

Il grande caldo che ha colpito la Russia ha distrutto quasi dieci milioni di ettari di coltivazioni di grano (come l'intera superficie forestale italiana) provocando sui mercati internazionali un aumento record del prezzo del grano che è salito in un mese del 50% al Chicago Board of Trade (Cbot), il punto di riferimento delle contrattazioni internazionali, anche se in Italia i prezzi restano però sui livelli più bassi degli ultimi venti anni. Alla chiusura mensile del mercato di fine luglio il cereale - sottolinea la Coldiretti - ha fatto registrare una quotazione di 660 dollari per bushel rispetto ai 450 dollari dell'inizio del mese, toccando così il valore più alto dell'ultimo anno.

A far risalire le quotazioni mondiali sono le previsioni di un calo del raccolto dovuto alle alte temperature e alla mancanza di precipitazioni in Russia ma anche in Paesi come l'Ucraina ed il Kazakistan mentre nei Paesi dell'Est Europa come Bulgaria, Ungheria e Romania è stato invece l'eccesso di pioggia a compromettere la stagione. In Italia si è verificato un calo delle superfici coltivate dell'1% per il grano duro destinato alla produzione di pasta e del 5% per quello tenero per il pane secondo il bollettino Agrit del Ministero delle Politiche Agricole. (ilmessaggero.it)

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