Cancun: il Giappone che non vuole più il Protocollo di Kyoto

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Giovedì, 2 Dicembre 2010

 

A Cancun sta aumentando la pressione dei Paesi in via di sviluppo sugli Usa perché contribuiscano maggiormente ai progressi dei negoziati sul clima. L'atteggiamento statunitense non piace nemmeno ad Hugh Montgomery, dell' Institut for human health e performance di Londra, che partecipa alla conferenza dell'Unfccc come rappresentante dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha detto: «Gli Usa non hanno fatto abbastanza per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico. Numerosi Paesi in via di sviluppo hanno fatto più degli Stati Uniti, ma devono lo stesso subire delle critiche».

L'amministrazione di Barack Obama si presenta a Cancun dopo lo scacco subìto in Parlamento, dove non sono passate le riduzioni delle emissioni e indebolita dalla disfatta democratica nelle elezioni di metà mandato e con la vittoria dei repubblicani, notoriamente scettici sul global warming, e in Messico i negoziatori di molti Paesi (a cominciare dai cinesi) ormai mettono apertamente in dubbio la sincerità degli americani e dubitano dei loro margini di manovra nei negoziati dell'Unfccc.

Su Wei, capo dei negoziatori della Cina e del dipartimento sui cambiamenti climatici della Commissione per la riforma e lo sviluppo nazionale (il governo cinese) ha lanciato un appello ai Paesi sviluppati, e in particolare agli Usa, perché rispettino i loro impegni: «I Paesi sviluppati dovrebbero essere ritenuti responsabili del riscaldamento planetario a causa delle emissioni non controllate di gas serra durante i 200 anni del processo di industrializzazione».



Nel mirino dei negoziatori dei Paesi in via di sviluppo e delle Ong che sono presenti a Cancun c'è anche il Giappone che è stato criticato per la sua posizione «Non costruttiva» sul Protocollo di Kyoto. In un'intervista all'agenzia stampa ufficiale cinese Xinhua, l'ambasciatore brasiliano per il cambiamento climatico, Sergio Serra, ha affermato che «Il rifiuto del Giappone di prolungare il Protocollo di Kyoto non è molto costruttivo. La proposta del Giappone su questo problema sarà evidentemente un ostacolo alla Conferenza di Cancun, salvo che il Giappone non accetti di fare dei compromessi. Non ci sono modi di andare avanti se non otteniamo la continuazione del Protocollo di Kyoto. Benché la prima fase del Protocollo di Kyoto termini nel 2012, lo stesso Protocollo di Kyoto non ha una data finale. E' ironico vedere il Giappone, Paese ospite del Protocollo di Kyoto, tentare di respingerlo».

Sarà anche ironico, ma la posizione di Tokyo è stata duramente confermata nella sessione plenaria a Cancun da Jun Arima, vice-direttore generale per gli affari ambientali del ministero giapponese dell'economia, del commercio e dell'industria: «Il Giappone non fisserà i suoi obiettivi in funzione del Protocollo di Kyoto, quali che siano le condizioni o le circostanze».

Il Protocollo di Kyoto è stato adottato in Giappone nel 1992 dai principali Paesi industrializzati che si sono impegnati a diminuire del 5,2%, prima del 2012, le emissioni di gas serra in rapporto ai livelli del 1990. Gli Usa si sono rifiutati di ratificare il Protocollo ma hanno continuato a partecipare ai lavori dell'Unfccc per cercare di limitarne effetti e portata. La vittoria di governi democratici in Usa e Giappone (e dei laburisti in Australia) aveva fatto sperare in un cambio di atteggiamento, ma evidentemente giapponesi ed americani continuano nella loro alleanza al ribasso.

Su Wei ha detto ai giornalisti: «Ho preso nota della ferma opposizione del Giappone alla seconda fase di impegno del protocollo. La posizione del Giappone provocherà una viva risposta dei negoziatori e porrà delle difficoltà per ottenere dei risultati equilibrati ala fine della Conferenza. Il Protocollo è l'elemento chiave per le politiche sul clima e alla base del quadro di lavoro internazionale per trattare i problemi del riscaldamento climatico».

Anche le Ong hanno condannato l'atteggiamento del governo di Tokyo che «Minaccia gravemente l'integrità ambientale della risposta mondiale al cambiamento climatico». Mohamed Adow, alto consigliere per il cambiamento climatico dell'Ong Christian Aid, si è detto certo che «L'opposizione giapponese al prolungamento del Protocollo di Kyoto fa correre dei rischi all'architettura del clima mondiale».

Gli Amici della Terra del Giappone hanno convocato una conferenza stampa a Cancun per criticare la linea del loro Paese: «Il fatto che il mio governo oggi cerchi di distruggere questo trattato che porta un nome giapponese è una vergogna - ha detto Mayuko Yanai - I commenti vergognosi fatti dal governo giapponese a Cancun dimostrano che loro pensano più alle grandi imprese che alla Madre Terra. Il governo dichiara di pensare che la maggioranza dei giapponesi sostiene questa posizione. Questo malinteso non fa che facilitare la progressione di un cambiamento climatico pericoloso». (greenreport.it)

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