Il partito del cemento e del fare

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Domenica, 3 Gennaio 2010

 

E' stato varato “l'atto d'indirizzo” al costruire felice, si è varata la nostra “Grande Opera” (di berlusconiana memoria, anche nei modi del suo annuncio).

Anche noi avremo l'Opera Totale, l'Opera Assoluta.

D'un balzo la giunta comunale passa dall'autoincensarsi per essere stata pia e santa, “unta dal signore” per aver fatto opere ordinarie come asfaltare le strade e mettere le luci led ai semafori, alla grande zampata con ruggito, al “Grande Progetto”: una ARCI-MEGA-OPERA TOTALE, un'opera mai vista finora, tale da sbalordire i cieli e rivoltare come un calzino SBT, ma …deve essere proposta dai privati.

Non si tratta di privati cittadini qualunque, ma privati che più privati non si può: parliamo dei veri “Privati”, riconosciuti e accreditati presso la giunta comunale: i SIGNORI DEL CEMENTO.

  • Sono ben conosciuti perché hanno reso informe, un “non luogo”, una bella città e frantumato la sua identità, il senso di appartenenza, l'identificazione, la singolarità.

  • Sono ben conosciuti per aver distrutto il patrimonio urbanistico esistente, dai quartieri marinai alle ville liberty, dai bei casolari di campagna alla piccola archeologia industriale, hanno cementificato lo skyline della città, il panorama delle Caserme e delle Torri Guelfe e le nostre spiagge.

  • Sono ben conosciuti perché costruiscono fin sui marciapiedi, non costruiscono né fogne né parcheggi e se ne fregano del verde, delle leggi urbanistiche, dei principi estetici o energetici dei loro edifici.

  • Sono conosciuti perché prima costruiscono e poi il Comune fa le strade nello spazio avanzato.
    Sono ben conosciuti perché qualunque “programmazione” del territorio non gradita si sbriciola in tante varianti (a quel che resta del vecchio Piano Regolatore).

In questo caso, non siamo al famigerato Prusst di Perazzoli, ma a dei sotto Prusst, dei “Prustini” in cui l'amministrazione ha rinunciato definitivamente ad un progetto condiviso del futuro della città.

I nostri amministratori, ridotti a mediatori immobiliari hanno delle peculiari caratteristiche.

  • Sono capaci di vendersi quel che resta del bene comune, del paesaggio, degli ultimi spazi vedi, degli ultimi “polmoni” della città per accontentare i SIGNORI DEL CEMENTO.
  • Si svendono patrimoni del Comune che fanno gola ai SIGNORI DEL CEMENTO per pochi spiccioli, e poi piangere per la mancanza di edilizia per le giovani coppie e proporre “piani casa” fatte dagli amici “privati” invece di risanare l'ERAP (ex IACP).
  • Si svendono i rimanenti beni comuni per accontentare il bacino elettorale di qualche new entry, consigliere-stampella nella maggioranza. E' forse la maggioranza del “FARE”, delle monocrazie di berlusconiana memoria?
  • Cementificano senza confini, dalla spiaggia (Piano Spiaggia) al Mare (Cassa di colmata) alla collina a rischio frane.
  • Sono capaci di speculare anche sulle paure “ecologiche”, si sono inventati lo spostamento delle sottostazioni: in cambio del territorio, si impegnano a spostare una cosa che dovrebbero spostare le SPA direttamente interessate: ENEL e FS, in tutti i Comuni virtuosi si fa pressione presso i loro dirigenti.
  • Sono capaci di speculare sui bisogni della comunità religiosa: si promette una piazza alla chiesa di San Pio X in cambio di una valanga di metri cubi di appartamenti da edificare tutto intorno.

I SIGNORI DEL CEMENTO tengono per le palle il sindaco e i partiti, a sua volta il sindaco tiene per le palle gli assessori le cariche amministrative e politiche, e questi a loro volta prendono per il culo a volte se stessi ma di sicuro sempre i cittadini come in un feudo mal governato.

I SIGNORI DEL CEMENTO sono un centro di un potere non sfiorato da alcun senso di colpa, perché per la propria morale interna, ciò che era fatto nell’interesse del gruppo è lecito, anzi benemerito, in quanto ogni gruppo identifica il proprio potere col bene comune (parafrasando Calvino). Questa regola si applica a tutto il sistema, Berlusconi l'ha sdoganato e i centri di potere e sottopotere sia politico che economico usano questa medesima metafora sul “bene comune”.

“Ogni grande intervento di trasformazione urbana è avvolto in una nebbia che non permette di capire la distribuzione dei diritti di proprietà, la distribuzione della rendita, i benefici sociali”("Città in nuce nelle Marche" “Il Manifesto” 2 gen. 09). Nessuno si da pensiero di come in questo modo si alimenta l'incidenza della rendita a discapito del capitale produttivo, si sbilancia l'equilibro sociale della zona, si alimenta la disoccupazione e le disparità sociali, si crea ulteriore distanza tra ultra poveri e super ricchi.

Per questa cieca obbedienza al Partito del Cemento e degli intrighi, per questo “inciucio” (di dalemiana memoria), la sinistra scava fossati e alza steccati tra sé e la cittadinanza, alle prossime elezioni, come è stato per la Provincia, rischiamo di perdere anche il Comune di SBT.

Tutto questo avviene nel più rumoroso silenzio, tutti mugugnano e nessuno fiata, tutti sanno e nessuno dice.

Io so che è così ma non ho le prove

Io so perché sono uno che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. (Pasolini)

Così è (se vi pare)  (Pirandello).

Savino Antonio

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