Nel cielo sopra Berlino arriva la pioggia artificiale

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giovedì 6 maggio 2010

 

ROMA - Nuvole on demand. Pioggia a comando, pronta per interrompere una siccità o per togliere energia a un uragano. È un sogno antico, ma l'ultima frontiera della ricerca, nata da un esperimento condotto da un gruppo di ricercatori dell'università di Ginevra e pubblicato su Nature Photonics, apre un nuovo filone di possibilità: non più l'inseminazione delle nuvole dall'alto, con gli aerei, ma dal basso, con i laser.

L'esperimento è stato condotto in laboratorio. In una stanza con un'umidità vicina al livello di saturazione è stato utilizzato un laser di grande potenza, una sorta di cannone energetico in grado di colpire ed "eccitare" le molecole di gas presenti nell'aria. Il risultato è stata la formazione di nuclei di condensazione attorno ai quali si sono create piccole gocce di acqua. Il tentativo è stato poi ripetuto nel cielo sopra Berlino: non si sono registrati fenomeni visibili a occhio nudo ma, secondo i ricercatori, è variata la dimensione e la densità delle particelle di acqua.

Il successo teorico dell'esperimento potrà avere conseguenze pratiche? "La vera difficoltà sta nelle dimensioni del processo naturale che si vuole innescare", risponde Sandro Fuzzi, dell'Isac Cnr di Bologna. "Il raggio laser agisce su un punto, mentre per ottenere l'effetto voluto bisogna coinvolgere chilometri di nuvola - spiega - . Siamo ancora lontani da un controllo dell'uomo sul tempo, ma l'esperimento condotto dai ricercatori svizzeri rappresenta un passo avanti per la ricerca".

La spinta a cercare nuove tecniche di intervento nasce dalle difficoltà trovate nell'inseminazione delle nuvole. Cominciata con un esperimento che risale al 1924, la tecnica è stata via via affinata fino ad arrivare a spargere ioduro d'argento per stimolare la formazione di cristalli di ghiaccio, nuclei di condensazione per la creazione di pioggia o neve.

Negli anni della Guerra fredda gli esperimenti mirati al controllo del tempo si moltiplicarono, spinti dalla competizione militare tra le superpotenze. Durante il conflitto in Vietnam gli Stati Uniti lanciarono l'Operazione Popeye tentando di intensificare i monsoni trasformando in un pantano il sentiero di Ho Chi Min. L'esperimento non ha avuto un grande successo, ma si continuò su quella strada perché riuscire ad aprire a comando il rubinetto della pioggia, creando nevicate o barriere di fango, come nota Erik Durschmied in Il generale inverno, avrebbe significato acquisire un enorme vantaggio strategico.

Poi, in parte per la chiusura di quella stagione di conflitti, in parte per i risultati assai controversi degli esperimenti, la ricerca ha preso un'altra direzione. Ma anche sul pacifico fronte dell'irrigazione gli "stregoni del tempo" finora non hanno messo al laccio le nuvole. Chissà se ci riusciranno con il laser. (repubblica.it)

PS: spero comunque che qualcuno continui a considerare le manifestazioni naturali una conseguenza dello stato attuale delle cose e non una casualità dovuta alla fortuna o alla sfortuna. Spero vivamente (ma non ci credo nemmeno un pò) che questi interventi rimangano una "terapia" per far fronte a condizioni meteorologiche di tipo "patologico", non dimenticando che la patologia ha sempre una sua causa ben definita anche se spesso sconosciuta, altrimenti il rischio che correremo sarà quello di creare nuova confusione in un ambito in cui di confusione e caos ne generiamo già in abbondanza. (RG)

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