Le isole del Pacifico colpite nuovamente da eventi climatici estremi

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Giovedì, 18 Marzo 2010

L'Unicef è un stato di allerta e pronta a distribuire soccorsi di urgenza a migliaia di persone nelle Figi e nelle Isole Salomone, dopo i forti venti e le piogge torrenziali che hanno colpito questi due piccoli Stati insulari dell'Oceania. L'ufficio Unicef per il Pacifico ha annunciato di star preparando equipaggiamenti medici, compresse per la purificazione dell'acqua, sapone, teloni e tende già immagazzinate grazia alla cooperazione del governo australiano. La Nuova Zelanda ha stanziato un milione di dollari per gli aiuti alle Figi.

 

Nelle Figi il ciclone Tomas si è intensificato lunedi scorso diventando un uragano di categoria 4, con venti tra i 250 e i 280 Km all'ora, ci sarebbero state anche vittime e forti danni alle infrastrutture, inondazioni e gravi problemi alla rete elettrica. Tutte le scuole sono state chiuse e 10.000 persone sono ricoverate nei 156 centri di emergenza organizzati dal Fiji's national disaster management office che ha annunciato un vasto intervento d'urgenza.

A Suva il governo militare delle Figi ha dichiarato lo stato di emergenza per i prossimi 30 giorni nel nord e nell'est del Paese. L'esercito e la marina sono mobilitati per facilitare i soccorsi e l'approvvigionamento di cibo e di materiali di prima necessità, ma le autorità si preparavano al peggio anche nell'isola maggiore, Vitu Levu, dove sorge la capitale Suva e dove abita il 75% della popolazione delle Figi, visto che il ciclone da martedi si sta spostando verso il sud dell'arcipelago con venti a 175 km/h di media.

I meteorologi pensano però che le zone più densamente abitate saranno risparmiate dal ciclone. Ieri il governo di Suva ha decretato il coprifuoco ed il portavoce dell'esercito (che ha organizzato l'ultimo colpo di Stato alle Figie gestisce di fatto il governo ad interim) ha detto che la misura riguarda il centro, l'est ed il nord del Paese dove Tomas ha causato i i danni più seri.

Il ciclone Tomas è il più violento da 7 anni a questa parte e secondo i girnali figiani avrebbe colpito molto duramente Cikobia, un'isola dell'acipelago di Vanua Levu, il cui paesaggio viene descritto come quello di «Una zona di guerra» con forti danni ai villaggi ed alle piantagioni di dalo, banana, cassava ed ai frutteti.

Nelle Isole Salomone il ciclone Ululiha ha raggiunto il livello di pericolosità di categoria 5 con venti a 260 km all'ora provocando gravi inondazioni in molte isole dell'arcipelago, danneggiando fortemente edifici e villaggi.

Secondo quanto ha detto a Radio New Zealand International Julian Makaa, un portavoce del National Disaster Management Office delle Isole Salomone, «Alcune abitazioni sulla costa di Guadalcanal sono state distrutte, perché venti violenti e piogge torrenziali hanno continuato a colpire la provincia. Il ciclone è ora ridotto a categoria 4 e i venti della tempesta ad una velocità di 116 km all'ora sono stati registrati a Rennel e nella provincia di Bellona».

Fortunatamente il ciclone Ululiha non avrebbe causato vittime ed ora ha lasciato le povere Salomone per dirigersi verso l'Australia, dove le autorità si stanno preparando ad evacuare i 260 abitanti di Heron Island ed i 70di Lady Elliott Island, due isole al lago della costa centrale del Queensland. (greenreport.it)

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