Le sorprese del sistema clima

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Martedì, 30 Marzo 2010

 

Il suolo respira a ritmi sempre più accelerati, rispondendo ai cambiamenti climatici. Le emissioni di anidride carbonica rilasciata dalla superficie terrestre sono infatti aumentate, negli ultimi venti anni, insieme alla temperatura media del pianeta. Lo affermano con un report pubblicato dalla rivista Nature due ricercatori americani, Ben Bond-Lamberty e Allison Thomson, del Joint Global Change Research Institute della University of Maryland.

Lo studio è di notevole importanza. Nel suolo terrestre, infatti, è conservata una quantità di anidride carbonica che è due volte superiore a quella che c'è in atmosfera. Se il suolo dovesse rilasciarla, anche in parte, avremmo un aumento della concentrazione atmosferica di gas serra e, di conseguenza, un'accelerazione dei cambiamenti del clima. La «respirazione del suolo» è il frutto del metabolismo di una serie di organismi. I modelli teorici del clima prevedono che la respirazione si intensifichi all'aumentare della temperatura media del pianeta. Tuttavia non è semplice misurare sul campo con precisione gli effetti globali di questa respirazione. Con un'attenta analisi Ben Bond-Lamberty e Allison Thomson ritengono di esserci riusciti e si dicono in grado di documentare l'andamento della «respirazione del suolo» a scala globale negli ultimi cinquant'anni. L'analisi dimostra che dal 1989 al 2008 il rilascio di anidride carbonica è aumentato in media ogni anno di 0,1 petagrammi (equivalenti a 100 milioni di tonnellate).

Perché si è verificato questo aumento? I due ricercatori ritengono che il maggiore rilascio non sia dovuto a un feedback positivo del cambiamento del clima, ovvero alla messa in circolazione dello stock di anidride carbonica «congelata» nel sottosuolo, ma piuttosto a un'accelerazione del ciclo del carbonio per via dell'aumento della temperatura. Insomma, abbiamo una respirazione più accelerata ma non abbiamo, per fortuna, più carbonio in atmosfera a causa della respirazione.

Di più. Non ci sarebbe neppure una correlazione diretta e lineare tra aumento della temperatura e della «respirazione del suolo». Nelle zone boreali a artiche del pianeta, dove la temperatura sta aumentando di più, le emissioni di anidride carbonica dal suolo non sono aumentate.

Tutto questo ci dice che ancora molti aspetti del sistema clima devono essere compresi. E quasi a conferma di questa tesi, ecco la medesima rivista, Nature, pubblica un articolo con cui Katharina F. Ettwig e un gruppo di suoi collaboratori dell'università di Nijmegen, in Olanda, annunciano di avere scoperto un batterio finora sconosciuto e provvisoriamente battezzato Methylomirabilis oxyfera, capace di ossidare il metano in condizione anaerobiche, ovvero in assenza di ossigeno. Un batterio, dunque, potenzialmente in grado di contrastare l'aumento della concentrazione in atmosfera di metano, un gas serra con un capacità di trattenere il calore trenta volte superiore a quella dell'anidride carbonica.

Non sappiamo da quando questo batterio, finora sconosciuto, è attivo. Se da miliardi di anni o se, invece, è un adattamento ai cambiamenti del clima attuali. Il tema è interessante anche per le sue implicazioni astronomiche: da Marte a Titano, sono molti i luoghi nel sistema solare ricchi di metano e privi di ossigeno dove il batterio potrebbe eventualmente vivere. Ma la scoperta è interessante soprattutto per i cambiamenti del clima sul pianeta Terra. Sia che il batterio esiste da tempo (e, dunque, è coinvolto nella regolazione del ciclo del metano), sia che il batterio si frutto di un'evoluzione recente. In ogni caso il piccolo organismo potrebbe contrastare l'aumento del metano in atmosfera e, di conseguenza, l'aumento della temperatura media del pianeta. Ancora una volta: occorre continuare a studiare per saperne di più. Il sistema clima del nostro pianeta è ancora in grado di riservarci sorprese.

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