In Regione il 3 Novembre per difendere e conquistare l'acqua pubblica

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Martedì, 2 Novembre 2010

 

Il Consiglio Regionale nella seduta del 3 Novembre è chiamato ad approvare una norma (art. 38 della Proposta di legge della Giunta Regionale 42/2010) che, come è scritto testualmente nella stessa relazione illustrativa redatta dalla stessa Giunta ha l’obiettivo “di permettere, in modo non traumatico, il passaggio della gestione dei servizi pubblici locali a soggetti privati o a società miste il cui socio privato sia individuato mediante procedure di evidenzia pubblica. Tale passaggio è previsto dall'articolo 23 bis del d.l. 112/2008 con un termine temporale del 31/12!2011."

La nostra acqua non deve cadere nelle mani di soggetti privati o società per azioni con i privati!

Questo è quanto chiede la stragrande maggioranza della popolazione marchigiana che in gran numero ha sottoscritto i referendum abrogativi della Legge Ronchi che vuole costringere i Comuni a dare in appalto la gestione del servizio idrico!

Per questa semplice ragione questa norma non deve passare!

Il Consiglio Regionale, in coerenza con quanto dichiarato nel programma di Governo dell’attuale maggioranza e con quanto fatto dalla precedente maggioranza, che ha impugnato quella legge del Governo Berlusconi, deve invece approvare nella stessa seduta, analogamente a quanto avvenuto in altre Regioni, un testo sostitutivo dell’art.38 proposto, che reciti:

“La regione disciplina il servizio idrico integrato regionale come servizio privo di rilevanza economica e di conseguenza tutte le forme di gestione del servizio idrico che vedano la partecipazione del privato decadono a far data dalle scadenze dei contratti di servizio in essere per passare a società consortili pubbliche. Con successiva normativa, da approvarsi entro 180 giorni, viene disciplinato tale passaggio e regolate le condizioni e modalità delle successive gestioni”

La Regione può e deve fare questo e farlo immediatamente per consentire ai Comuni di operare da subito senza la “spada di Damocle” delle gare per la privatizzazione!

Può farlo perche l’acqua è un bene comune ed un diritto umano universale, pertanto, come affermano illustri giuristi e la stessa Corte Costituzionale nella sentenza n.272/2004: <>.

Deve farlo ora perché non è mistero che al di là delle dichiarazioni di principio che Assessori, Consiglieri ed esponenti del PD e di altri Partiti del centro sinistra stanno facendo da quando i cittadini hanno affollato i banchetti dei referendum, nelle Marche sta avanzando un lucido disegno che passando per la costituzione di un’unica autorità d’ambito regionale (sulle ceneri delle cinque esistenti), intende promuovere un’unica SpA pubblico-privata regionale che inglobi un colosso del mercato dell’acqua, già quotato in borsa, come ad esempio la società Hera, guarda caso già penetrata nella nostra regione grazie agli “illuminati” amministratori/apprendisti stregoni del Pesarese.

Certamente è questo il concetto di difesa dell’ acqua pubblica che intende l’attuale maggioranza di Governo!! Per loro basta mantenere una risicata maggioranza nella SpA di gestione!! Una maggioranza del tutto simbolica vista l’asimmetria tra i giganti del mercato dell’acqua e il nanismo dei nostri Enti locali.

Questo disegno va smascherato e non deve passare!

Se la Maggioranza di Governo delle Marche non vuole approvare la nostra proposta certifica invece questo sciagurato disegno!!

PER QUESTO, SE VOGLIAMO DIFENDERE L’ACQUA DALLE LOGICHE DEL PROFITTO DOBBIAMO ESSERE TUTTI IN REGIONE DOMATTINA (Tavolo Piceno per l'Acqua bene comune)

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