Sigarette: non esiste la «modica quantità»

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Martedì, 12 Ottobre 2010

 

MILANO - Cattive notizie per chi crede nell’innocenza della sigaretta occasionale: anche un tiro di tanto arreca danni potenzialmente seri al Dna delle cellule nelle vie respiratorie. Lo stesso vale per il fumo di seconda mano. Dunque, l’unico livello sicuro di esposizione al fumo di sigaretta è zero.

LO STUDIO – Il fumo, anche alle più basse concentrazioni rilevabili, ha effetti diretti sul funzionamento dei geni che regolano l’attività delle cellule di gola, bronchi, polmoni. E’ la conclusione del lavoro di un gruppo di ricercatori americani afferenti alla Cornell University e al Presbyterian Hospital/Weill Cornell Medical Center di New York. Esaminando 121 persone, fra non fumatori, fumatori moderati e forti fumatori, gli studiosi hanno rilevato che alcuni geni, particolarmente sensibili al fumo di tabacco, mostravano funzioni alterate anche in chi fumava poco. «L’effetto genetico è molto più lieve rispetto ai fumatori regolari, ma ciò non significa che non ci siano conseguenze sulla salute - scrivono gli autori sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine -. Le funzioni alterate di quei geni altro non sono se non i primi segni di “malattia biologica” nel polmone o nell’individuo».

COME IL CANARINO IN MINIERA - I ricercatori hanno confrontando i livelli di nicotina e di un suo metabolita, la cotinina, nelle urine di partecipanti, e hanno sequenziato l’intero genoma di ciascun partecipante a caccia di geni alterati. Nessun livello di nicotina o cotinina appariva slegato da una qualche anomalia genetica. Ronald Crystal, primo autore della ricerca, ha paragonato questi cambiamenti genetici al «canarino in una miniera di carbone», poiché come l’animaletto che serviva ai minatori nelle gallerie per rilevare eventuali gas pericolosi, avvertono della presenza di malattie potenzialmente letali. «Ma il canarino cinguetta per i pazienti poco esposti e strilla per i fumatori abituali» conclude Crystal, augurandosi che queste informazioni vadano a sostegno dei divieti di fumo nei luoghi pubblici, dove i non fumatori e i lavoratori delle aziende dove si fuma, sono a rischio di future malattie respiratorie, fra cui i tumori del polmone e la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva). (Donatella Barus - corriere.it)

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