"Dammi da bere" razionalmente e sostenibilmente

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Giovedì, 24 Febbraio 2011

 

Roma - Sono stati aperti dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, i lavori della conferenza "Dammi da bere", organizzata a Roma dall'associazione Greenaccord (una rete mondiale di oltre cento giornalisti ambientali), con il sostegno della provincia di Roma. «La vostra iniziativa conferma l'attualità e l'urgenza di un tema non sempre accolto, nella percezione collettiva, come una tra le sfide più impegnative che l'umanità è chiamata ad affrontare. In tale quadro, un rinnovato e responsabile impegno tra il settore dell'informazione, la comunità scientifica e il mondo produttivo potrà fornire modelli e strumenti capaci di alleviare l'endemica sofferenza di grandi aree del Sud del mondo e di accrescere la consapevolezza sull'inestimabile valore dell'acqua» ha dichiarato Napolitano.

Molti i temi che in modo multidisciplinare sono stati affrontati durante la giornata: la relazione tra crisi idrica e crisi climatica, le soluzioni per garantire l'accesso all'acqua a tutta la popolazione del pianeta, le criticità della risorsa idrica nel nostro Paese, fino alle valutazioni sulle nuove leggi che liberalizzano la gestione dei servizi idrici e ai temi della campagna referendaria. «Per una associazione come Greenaccord che riunisce oltre cento giornalisti ambientali in tutto il mondo, una giornata come quella di oggi assume una duplice scopo- ha dichiarato il presidente di Greenaccord, Alfonso Cauteruccio- Sottolineare la valenza profonda che il tema-acqua ha per l'intera umanità e ricordare ai giornalisti la responsabilità che essi hanno di agevolare la presa di coscienza per arrivare a forme di gestione sostenibile di questo bene essenziale per la vita umana». Sull'importanza di garantire davvero il diritto all'acqua a tutta la popolazione mondiale e in particolare alle fasce più povere del mondo, si è soffermato Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace: «L'acqua non può essere gestita con un criterio esclusivamente privatistico. Nelle capitali di paesi come la Colombia, le Filippine, il Ghana, che non sono dotate di una adeguata rete idrica pubblica, e l'acqua viene fornita da privati con autobotti, il costo dell'acqua è da tre a sei volte superiore a quello di città come New York e Londra; siamo al paradosso che i poveri pagano molto più dei ricchi per quello che dovrebbe essere un diritto universale: l'accesso ad acque potabili».

Per tentare di dare soluzione a questi problemi, il presidente di Greenaccord ha sottolineato l'esigenza di una governance mondiale che miri ad un uso razionale e sostenibile dell'acqua. (greenreport.it)

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