Si è trattato di una vera e propria lezione di biologia in riva al mare, con i due esemplari di tartaruga ammirati prima da vicino all’interno di due vasche scavate nella sabbia e poi guidati verso riva.
La dottoressa Valeria Angelini, biologa della Fondazione Cetacea di Riccione ha spiegato un pò le caratteristiche delle Caretta caretta, specie in via d’estinzione, e il fatto che i due nomi delle tartarughe siano stati con un pò di fantasia dato che nessuna delle due ha ancora raggiunto la maturità sessuale.
Leila, la più grande ha infatti un carapace di 50 centimetri e ha circa 10 anni. “Lei” è stata trovata spiaggiata mesi fa a Senigallia. Era in grave ipotermia, praticamente quasi congelata dal freddo ed è stata trasportata nell’ospedale cetaceo di Riccione.
Giorgi invece ha 4-5 anni e il suo carapace misura appena 20 centimetri. La piccola è stata raccolta lo scorso inverso sul litorale di Porto San Giorgio. Anche questo esemplare soffriva di ipotermia, ma date le sue condizioni meno preoccupanti è stata curata nel centro di primo soccorso sambenedettese, unico punto del centro Italia, da dove è uscita oggi per tornare nel suo habitat naturale.
Giorgi è stata portata direttamente in acqua dai volontari “Amici della Sentina”, ma si è appena bagnata le pinne e poi è stata caricata a bordo del gommone dei sommozzatori della Guardia Costiera che hanno accompagnato le due tartarughe fin oltre le scogliere per evitare rischi.
Un pò di commozione al momento della separazione c’è stata da parte di chi le ha accudite con cura, con menù di alici e gamberetti.
Ma vederle filare dritte verso l’acqua è stata una
gioia superiore a ogni altra emozione. Quando hanno
toccato l’acqua i flash dei fotografi si sono
scatenati, ma la biologa ha pregato tutti i presenti
di non stressare gli animali e di lasciargli un
corridoio libero per trovare la strada della
libertà.
Caricate sul gommone della Guardia Costiera, Giorgi
e Leila si sono allontanate oltre le scogliere verso
nuove avventure. Stavolta però non sarà possibile
seguire i loro tragitti perché a differenza di
Atlante non sono state dotate di un rilevatore Gps
per conoscerne la posizione. Quello di Atlante tra
l’altro si è staccato dopo qualche mese e se ne sono
perse le tracce.
A tutti i presenti è stato ricordato di contattare
il numero verde 1515 in caso di avvistamento di
tartarughe in difficoltà o morte. Si tratta
dell’emergenza ambientale del Corpo Forestale dello
Stato messo a disposizione della Rete regionale. (ilsegnale.it)
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