Ghiacciai Stelvio: perso il 40 per cento

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Venerdì, 10 Giugno 2011

 

MILANO — La superficie dei ghiacciai dello Stelvio si è ridotta del 40 per cento negli ultimi 50 anni, con una brusca accelerazione a partire dagli anni ’90. E’ quanto emerso dal workshop sul “Progetto Share Stelvio”, che si è tenuto ieri a Milano e dove sono stati illustrati i primi risultati delle ricerche effettuate in questa sorta di laboratorio a cielo aperto.

Il progetto Share Stelvio è stato ideato e sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano, del CNR e del Politecnico di Milano che da anni collaborano con il Comitato EvK2Cnr di Bergamo.

Scopo principale del progetto è rilevare e descrivere da un punto di vista quantitativo le evidenze e gli effetti del cambiamento climatico in una vasta area “sensibile” delle Alpi Italiane: il settore lombardo del Parco Nazionale dello Stelvio (che ha un’estensione superficiale di circa 600 chilometri quadrati).

Ebbene, nel primo anno di ricerche è stata monitorata l’estensione dei quasi 50 ghiacciai dell’area lombarda del parco dello Stelvio, mettendo a confronto le foto aeree e satellitari scattate tra il 1954 e il 2007. “E’ un campione significativo – ha osservato la coordinatrice del progetto, Guglielmina Diolaiuti -, che rappresenta la condizione dei ghiacciai del versante italiano delle Alpi”.

“Dall’analisi delle immagini – prosegue Diolaiuti – abbiamo scoperto che i ghiacci si sono ritirati del 39,9 per cento, con una perdita di superficie pari a 20 chilometri quadrati. La riduzione non è stata uniforme nel tempo ma ha visto un’accelerazione negli ultimi decenni: nel periodo 2003-2007, ad esempio, si sono persi in media 0,69 chilometri quadrati di ghiaccio all’anno contro gli 0,24 persi annualmente nel periodo 1954-1981?.

Il progetto Share Stelvio ha preso il via lo scorso anno. “Ghiaccio, acqua, atmosfera, biodiversità ambientale e animale sono le parole chiave di questi studi sul clima – spiega il responsabile del progetto Share del Comitato EvK2Cnr Paolo Bonasoni (Isac-Cnr) -. Agli importanti dati glaciologici che provengono dal ghiacciaio dei Forni, in Alta Valtellina, dove l’Università di Milano conduce specifiche ricerche, si sono aggiunte le misure atmosferiche effettuate nell’estate 2010 in un laboratorio che abbiamo attrezzato appositamente al Rifugio Guasti, a 3200 metri di quota”.

Da quel laboratorio arrivano dati importanti per la ricerca sul clima e l’ambiente. Grazie a una perforazione record, i ricercatori hanno verificato che il permafrost (lo strato di terreno in cui la temperatura è inferiore allo zero) arriva fino a 235 metri di profondità. “Dall’analisi del profilo termico del pozzo - precisa Diolaiuti - potremo ricostruire la storia del clima dell’area del Passo dello Stelvio degli ultimi 300-500 anni”.

Nuovi dati arriveranno nei prossimi mesi per quanto riguarda la presenza di inquinanti nell’atmosfera e le acque del Parco. Nel frattempo procedono gli studi in alta quota, sull’Himalaya, da parte del Comitato EvK2Cnr. Non più tardi di tre settimane fa, la celebre rete di monitoraggio atmosferico Share (Stations at High Altitude for Research on the Environment) si è arricchita di una preziosa stazione in più. Si tratta della nuovissima struttura tecnologica portata al Colle Sud dell’Everest dagli alpinisti Daniele Nardi e Daniele Bernasconi con la spedizione Share Everest 2011, dopo una prima installazione avvenuta nel 2008.

Con i suoi 8000 metri è la stazione meteo più alta del mondo e fornisce un osservatorio privilegiato sull’atmosfera del plateau tibetano. Questo gioiello della tecnologia può resistere a temperature inferiori a 60°C sottozero e ai formidabili venti d’alta quota. Fornisce in tempo reale rilevazioni di temperatura, umidità, radiazione globale, pressione atmosferica, velocità del vento, direzione del vento, e radiazione UVA. Oltre a questo, la spedizione Share Everest 2011 ha installato una webcam puntata verso l’Everest che trasmette in tempo reale le spettacolari immagini ad alta definizione della vetta più alta del pianeta. (scienze.tv)

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