Le luci del mondo? Un indice di benessere

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Giovedì, 19 Maggio 2011

MILANO – Una nazione ben illuminata la notte certo non vede bene le stelle, ma è più ricca di una che ha poche luci accese. E anzi, studiare le lampadine e i neon invece che i dati economici, in alcuni casi aiuta a capire meglio e con maggiore precisione lo stato di benessere di un Paese: questo vale per quei luoghi in cui i dati socioeconomici sono spesso frammentari e incompleti, i censimenti faticano a raggiungere tutta la popolazione, i governi non hanno strumenti o volontà per misurare il prodotto interno o gli altri indici di ricchezza.

 

STUDIO DI YALE - È da questo assunto che sono partiti gli studiosi di due università del Connecticut – la famosa Yale e la Quinnipiac – per tracciare una speciale mappa del mondo: quella delle sue luci accese, rilevate dalle immagini dai satelliti del dipartimento della Difesa americana, studiate per sedici anni fino dal 1992. Il mondo illuminato è stato diviso in celle e ogni cella misurata, giorno per giorno e anno per anno, fino ad arrivare a una media e a una suddivisione in categorie di luminosità. Tali indici di luce sono poi stati paragonati ai dati della Banca Mondiale relativi ai singoli Paesi e ai singoli anni presi in esame.

LE SEI FAMIGLIE – Nella classe più luminosa al mondo, la classe A, compaiono sedici Stati tra cui gli Usa e l'Australia, ma anche l'Italia e la Francia; nella seguente ce ne sono invece tredici, dalla Spagna all'Argentina; la classe C conta oltre cento Stati tra cui Russia e Messico; la classe D 29 Paesi come Libia, Congo, Algeria mentre la classe dove le luci sono meno diffuse è composta da nove nazioni tra cui Gaza, Iraq, Corea del Nord, per un totale di 170 Stati monitorati dai ricercatori Usa.

LUCI E PIL – Altre ricerche in passato avevano indagato sul rapporto tra lampadine accese e prodotto interno lordo. Decretando che al crescere del Pil aumentava anche la diffusione della luce elettrica. Ma così come accade oggi ai ricercatori del Connecticut, anche i colleghi sociologi, geografi ed economisti avevano trovato una correlazione significativa tra illuminazione e ricchezza valida solo per alcuni Stati. È infatti complicato decretare quanto sia ricco un Paese grande e variegato come gli Stati Uniti analizzando solo le sue luminarie. Nella nuova ricerca per la prima volta si analizzano con accuratezza le luci giorno per giorno, e per questo motivo vi sono molti Paesi di cui si possono avere notizie molto più aggiornate rispetto a quelle fornite dai rispettivi governi.

PAESI IN VIA DI SVILUPPO – I veri protagonisti che beneficiano di questa analisi sono i Paesi in via di sviluppo. Qui la luminosità supera sia i dati ufficiali che gli indici economici della Banca Mondiale. In alcuni Paesi come Cambogia, Vietnam, Corea del Nord e Somalia le luci accese raccontano quello che i censimenti non aggiornati non hanno potuto dire e aiutano a capire anno dopo anno quanto le condizioni stiano migliorando. Qui luce è sinonimo non solo di ricchezza, ma di benessere fisico e sicurezza. In alcune nazioni, come la Repubblica democratica del Congo o Gaza, sono proprio le lotte interne e le violenze passate e presenti a non permettere le misurazioni sul campo. E in questi e altri luoghi di tumulti, una lampada accesa corrisponde spesso a un pasto caldo, un'abitazione, un luogo sicuro dove dormire. Dunque all'agognato benessere. (Eva Perasso - corriere.it)

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