La vespa cinese del castagno assalta i boschi locali

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Giovedì, 26 Maggio 2011

 

Ascoli Piceno - Un vertice per fare il punto sulla presenza nel territorio provinciale della vespa cinese del castagno che sta arrecando gravi danni alle coltivazioni locali si è svolto martedì 24 maggio, nella Sala del Consiglio Provinciale di Ascoli Piceno, su iniziativa dell'Assessore provinciale all'Agricoltura Giuseppe Mariani che sta seguendo con grande attenzione la problematica facendosi interprete della preoccupazione degli operatori del settore.

All'incontro erano presenti numerosi sindaci, tecnici del servizio fitosanitario dell'ASSAM, regionale, il Presidente della Comunità Montana del Tronto, ufficiali del Corto Forestale dello Stato, esponenti delle organizzazioni produttive agricole ed una folta rappresentanza di castanicoltori del Piceno. "Siamo a segnalare la forte situazione di crisi che stanno attraversando le aziende della provincia per la rilevante presenza sul territorio di questo insetto e confrontarci per poter mettere in campo azioni di lotta corrette ed affrontare insieme l'emergenza in modo razionale e senza inutili allarmismi" ha dichiarato l'Assessore Mariani che ha assicurato l'impegno della Provincia a fianco degli agricoltori del territorio.

La vespa cinese, nota con il nome scientifico di Dryocosmus kuriphilus Yasamatsu, è arrivata nella provincia di Ascoli Piceno soltanto da due anni, ma si è rapidamente insediata in buona parte delle aree di produzione del castagno incrementando il numero di parassiti esotici che, accidentalmente introdotti in passato, hanno arrecato gravi danni alla castanicoltura europea. Le località più colpite sono i castagneti dei comuni di Acquasanta Terme, Comunanza, Montemonaco e Montegallo e la frazione di San Pietro di Ascoli Piceno. Attualmente non è possibile stimare a quanto corrisponde il danno in termini di riduzione della produzione. Dalla riunione si è convenuto di redigere un protocollo con l'ASSAM e la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato per la definizione e diffusione di norme comportamentali in bosco e tecniche agronomiche per favorire lo sviluppo di parassitoidi naturali per contenere l'infestazione.

Infatti, si esclude di fare ricorso alla difesa chimica sia per evitare conseguenze di carattere ambientale sia perché i trattamenti insetticidi non si sono rivelati efficaci. E' quindi decisivo utilizzare l'arma della lotta biologica per preservare la castanicoltura del nostro territorio che riveste un'importanza economica molto rilevante anche grazie ai tentativi di rilancio promossi dall'assessorato all'Agricoltura della Provincia per valorizzazione questa attività ai fini della produzione di frutti di qualità per il consumo diretto o per la trasformazione dolciaria attraverso il recupero degli ecotipi locali. (ilquotidiano.it)

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