Fukushima, per l’Iaea ancora a rischio reattori e combustibile nucleare

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Mercoledì, 23 Marzo 2011

 

L'aggiornamento dell'1.10 (Utc) del 23 marzo dell'International atomic energy agency (Iaea) sugli incidenti nucleari nella centrale di Fukushima Daiichi dice che bisogna ripristinare l'energia nell'impianto giapponese colpito dallo tsunami e da un'impressionante catena di esplosioni, impianti ed altri guai ai reattori. Ma la situazione resta ancora molto pericolosa, complicata e in gran parte ancora sconosciuta o da verificare continuamente. Non a caso, la frase che ricorre di più a 12 giorni dallo tsunami è «Ci vuole tempo». E infatti l'agenzia Reuters pochi minuti fa ha lanciato la notizia che del fumo nero sta salendo dal reattore n 3 dell'impianto di Fukushima. A riferirlo la Tokyo Electric Power Co (Tepco), che gestisce l'impianto, aggiungendo di aver ordinato l'evacuazione temporanea degli operai dall'area. L'operatore ha detto di non essere sicuro se il fumo salga dal reattore o dalla turbina.

Tornando all'analisi del'Iaea, «Senza energia elettrica, i sistemi di raffreddamento i 6 reattori di Fukushima Daiichi non possono funzionare. Molti dei problemi che ha di fronte la centrale nucleare derivano dalla perdita di energia elettrica nel sito dopo il massiccio terremoto e lo tsunami dell'11 marzo. Il terremoto ha tagliato l'alimentazione esterna all'impianto e lo tsunami ha disabilitato i backup diesel generators».

Il personale della Tepco e i funzionari giapponesi hanno lavorato per ripristinare l'energia della facility e i loro sforzi sono organizzati in tre fasi:

Unità 1 e 2: Secondo l'Iaea «I sistemi di reattori di raffreddamento dei reattori di queste unità sono seriamente compromessi. In entrambe le unità si sospetta un danneggiamento al combustibile nucleare. Il 19 marzo i lavoratori hanno connesso con successo le forniture elettriche off-site ad un trasformatore all'unità 2 e poi per almeno un pannello di distribuzione elettrica all'interno dello stabilimento. I tecnici stanno conducendo test diagnostici per determinare l'integrità dei sistemi elettrici del reattore. Le autorità giapponesi prevedono di collegare l'unità 1 poco dopo l'Unità 2. Ma a causa della condizione di degrado dell'edificio del reattore dell'unità 1, questo lavoro può richiedere più tempo rispetto all'unità 2, dato che l'edificio del reattore ha sostenuto un danno dal terremoto che lo ha lasciato molto meno intatto».

Unità 3 e 4: L'Iaea evidenzia che «I sistemi di raffreddamento del reattore dell'unità 3 sono seriamente compromessi. Si sospetta un danneggiamento al combustibile del reattore e la condizione della sua piscina del combustibile esaurito è incerta. L'unità 4 era stata chiusa per la manutenzione ordinaria (e tutto il suo carburante era stato rimosso dalla piscina del combustibile esaurito dell'edificio del reattore) prima del terremoto. Non vi è quindi alcuna preoccupazione per il combustibile nel nocciolo del reattore, ma c'è una considerevole preoccupazione riguardo al combustibile dalla piscina del combustibile esaurito. I lavoratori si stanno muovendo per il ripristino dell'energia elettrica in entrambe le unità, ma il loro progressi sono incerti».

Unità 5 e 6: «Entrambe le unità erano state chiuse per la manutenzione di routine prima del terremoto - spiega l'Iaea - riducendo di un po' il loro bisogno di raffreddamento, ma non del tutto. Il 17 marzo gli operatori hanno potuto riavviare uno dei generatori diesel dell'unità 6. Il 19 marzo, i lavoratori hanno connesso con successo il secondo generatore diesel nell'unità 6. I due generatori sono stati utilizzati per alimentare i sistemi di raffreddamento in entrambi i reattori, che poi hanno raggiunto la safe, cold shutdown configuration. L'energia off-site è stata ripristinata nell'unità 5 il 21 marzo».

L'aggiornamento di stanotte dell'Iaea su Fukushima Daiichi specifica che «Ripristinare l'alimentazione esterna alla centrale elettrica non significa che i reattori potranno immediatamente riprendere le normali funzioni di sicurezza. Il terremoto e lo tsunami potrebbero avere inflitto notevoli danni in aggiunta ai colpi dati alle forniture di elettricità. Poiché il grado di questo danno (e quindi l'entità della riparazione necessaria) non è noto, non è possibile stimare con precisione un programma di lavoro. I progressi degli sforzi per ripristinare l'energia possono essere compromessi dai guanti pesanti o dai respiratori necessari per permettere agli operatori di lavorare nei reattori, a seguito dei danni inflitti dal terremoto e dallo tsunami. Quando l'energia verrà ripristinata, i lavoratori effettueranno i controlli per accertarsi che le condizioni siano sicure per riavviare i singoli componenti. Verrà fatto un check dei terreni e per assicurarsi che i circuiti siano rimasti intatti. Se verrà scoperto un danno, dovrà essere presa la decisione se eseguire le riparazioni o passare al componente successivo, secondo una lista di priorità. I reattori nucleari, in particolare le connesse attrezzature di sicurezza, integrano molteplici livelli di ridondanza. Quindi un problema in un componente non significa necessariamente che una specifica funzione di sicurezza sia irrecuperabile. E' più probabile che gli operatori si rivolgeranno alle apparecchiature di riserva, nel tentativo di determinare il sistema più intatto e concentrare lì i loro sforzi di ripristino. Questo processo richiede tempo». (Umberto Mazzantini - greenreport.it)

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