Rottami spaziali fuori controllo «La Nasa deve intervenire»

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Lunedì, 5 Settembre 2011

 

MILANO - Si fa serio il rischio dei rottami spaziali che gli anglosassoni chiamano debris. La Nasa ammette che ce ne sono così tanti intorno alla Terra da aver creato una situazione di «non ritorno», che tradotto significa non essere in grado di governare la situazione con possibili gravi conseguenze. La notizia ora è che il National Research Council americano, in un rapporto che esamina approfonditamente la questione, accusa la Nasa di non tener conto dei guai che potrebbero scatenarsi pur essendone consapevole. Da notare è che il leader del gruppo che ha redatto il documento, Danald Kessler, è l’ex responsabile alla Nasa dell’Office Debris Program Office. Quindi conosce bene la situazione sotto ogni aspetto, anche interno all’agenzia.

SITUAZIONE SERIA - Infatti la sua accusa è rivolta prima di tutto all’amministrazione dell’ente spaziale perché non predispone una struttura con specialisti impegnati più seriamente sui questo fronte. «In alcuni casi», dice Kessler, «c’è anche una persona sola che se ne occupa». Invece la situazione è davvero seria perché tutti i rottami esistenti collidono pure fra loro aumentando il numero dei frammenti. Oggi si calcola che gli oggetti superiori ai 10 centimetri siano 19 mila, quelli inferiori ai 10 centimetri 500 mila e quelli ancora più piccoli alcuni milioni. Tutti ovviamente preoccupano, ma in particolare quelli minori perché sono difficilmente rintracciabili con gli strumenti attuali. Infatti il sollecito del rapporto è diretto alla realizzazione di apparati di sorveglianza più sensibili a cui si aggiunge la necessità di stazioni permanenti occupate nella continua ricognizione.

ALLARME - L’allarme lanciato dal National Research Council mette in evidenza il fatto che i rottami sono in grado di generare danni ai satelliti in orbita fino a mandarli fuori uso come è accaduto in qualche caso. Inoltre sono un problema anche per la Iss, la Stazione spaziale internazionale, e la vita degli astronauti a bordo: di recente la Iss ha dovuto effettuare una manovra di spostamento per evitare uno scontro. «Occorre un piano a breve e lungo termine», dice Kessler, «con un maggior coordinamento a livello internazionale».

PROBLEMA DIPLOMATICO - E qui si mettono in evidenza i problemi giuridici che il piano deve affrontare con rapidi colloqui diplomatici. Infatti solo il trenta per cento dei rottami è da addebitarsi agli Stati Uniti e un Paese non può intervenire ad esempio alla rimozione (se fosse possibile, ma ancora non esistono mezzi del genere) di un debris di un’altra nazione. Quello che è chiaro, secondo il rapporto, è che per evitare anche danni economici la questione della spazzatura cosmica non può essere soltanto un argomento di facciata richiamato ogni tanto dalle agenzia per far parlare i media. Non si può più rinviare: adesso è indispensabile intervenire, pena seri guai. (Giovanni Caprara - corriere.it)

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